Luca Tommasini, famoso coreografo, si apre a One More Time “mio padre era violento, odiava la mia s moscia, ma un giorno ho detto basta”
Luca Tommasini, famoso coreografo internazionale, racconta alla trasmissione radio One More Time, la sua triste infanzia segnata da suo padre Mario, un uomo aggressivo che lo picchiava e lo insultava per la sua “s moscia”, addirittura dice Luca “mi chiamava frocetto, mi diceva di stare zitto e spaccava oggetti“.
Tommasini racconta del suo passato ormai quasi con il sorriso, sembra non provare odio verso quell’uomo che gli ha fatto del male da bambino, continua la sua storia raccontando un episodio che l’ha segnato molto, in cui il padre, col passare del tempo, iniziò a spendere soldi in auto e donne per il suo nuovo lavoro, era diventato pilota di formula3, per questo motivo non era mai a casa ma quando ci viveva Luca dice “era peggio“, racconta che usava molto le mani e che mandò diverse volte sua madre in ospedale, una volta addirittura gli tirò un posacenere di cristallo in faccia, Tommasini confessa che non parlò più per diverso tempo, aveva iniziato a soffrire di mutismo tanto da portarlo dallo psicologo all’insaputa del padre.
L’iscrizione alla scuola di ballo: una rinascita per Luca Tommasini
Un giorno, la madre confessò a Luca che vicino a casa loro aveva appena aperto una scuola di ballo, la madre gli chiese “ci vuoi andare?” e lui ovviamente rispose di si, questa decisione gli avrebbe cambiato la vita, la madre lo iscrisse di nascosto senza dire nulla al padre che sarebbe diventato ancora più aggressivo sapendo delle lezioni di danza, gli pagò tutte le lezioni con i soldi risparmiati e nascosti al marito.
Luca racconta che il padre scoprì di quelle lezioni di ballo, quel giorno Tommasini riuscì a dire basta e si ribellò alle torture del padre, venne a pranzo per rimproverare sia lui che la madre, ovviamente la mamma ha subito cercato di difenderlo e di prendersi la colpa “ha iniziato a urlare contro mia madre, ha spaccato una bottiglia di vetro e si stava dirigendo verso di lei” Luca racconta che a questo punto ha deciso di mettersi in mezzo, davanti alla madre per difenderla, e per la prima volta gli urlò in faccia “Vattene, vattene” finché il padre finalmente se ne andò per sempre.
Luca è riuscito grazie alla danza a liberarsi e a trovare il coraggio di ribellarsi a chi gli ha fatto del male e non lo faceva essere se stesso, oggi non ha rimpianti a parte un pensiero fisso, gli è venuto il giorno della morte del padre “un occasione d’amore che non ho potuto avere“.