La richiesta del PD al M5s : “Nessuna consultazione su Rousseau per il sì al Governo”

Il nodo si chiama Conte, certo. Ma prima di Conte c’e Rosseau, la piattaforma di consultazione online che permette ai militanti M5s di esprimere la propria opinione sui passaggi cruciali nella vita del Movimento. Decisioni importanti come quella dell’alleanza con il PD. 

E Rosseau ora è un problema, perché il tempo stringe. Il Partito Democratico e M5s sono attesi domani da Sergio Mattarella che chiede una disponibilità chiara a formare una “ maggioranza coesa”  per un nuovo Esecutivo. Senza queste certezze il Presidente ha dato da intendere che tirerà la linea e, senza indugi, provvederà allo scioglimento delle Camere. Dal punto di vista del Movimento, l’adesione convinta ad un’alleanza piena di incognite come quella con il PD passa necessariamente attraverso le consultazione della base. E, anche qui, i problemi non mancano.

Ieri lo Stato Maggiore dei Cinque Stelle si è riunito nella casa romana di Pietro Dettori, a Trastevere. Ed è stato il tema legato alla votazione sulla piattaforma Rousseau il nodo più delicato. Secondo un’indiscrezione lasciata trapelare dai 5 Stelle per Casaleggio Jr. sarebbe “impensabile certificare un nuovo accordo senza il sigillo di Rousseau”. E non ha torto, perchè nel partito della partecipazione dal basso e della democrazia diretta rinunciare a Rousseau proprio nel momento epocale della svolta verso gli odiati lidi PD significherebbe stravolgere le prospettive del Movimento e iniziare a decretarne la fine. Finora se il vicepremier Luigi Di Maio e i vertici hanno tenuto il punto sul Conte bis e perchè convinti che la base accetterebbe un accordo con i Dem soltanto partendo dal bis di Conte a Palazzo Chigi. Per questo Rousseau appare, ora, indispensabile. Per legittimare un accordo pieno di incognite e per dimostrare, allo stesso tempo, di non essere cambiati.

C’è tuttavia un ostacolo di natura procedurale avverte l”Adnkronos: per dare la parola agli iscritti serve «una deroga al regolamento» che stabilisce un preavviso di 24 ore per aprire la votazione. Una deroga indispensabile per proporre alla base, in tempi strettissimi, un quesito sull’eventuale ratifica dell’accordo con il PD. Sempre che l’accordo venisse raggiunto in queste ultime ore, ipotesi al momento improbabile, dopo che quattro ore di vertice notturno tra Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e il premier dimissionario Giusppe Conte non ha prodotto l’intesa che solo ieri sera sembrava a portata di mano. Il via libera a Conte non sarebbe più in discussione, da parte del PD, quanto piuttosto il ruolo dell’attuale vicepremier e gli equilibri tra le due forze in campo, ovvero i Dicasteri. Luigi Di Maio in giornata dovrà dire addio al PD o stringere un accordo così delineato: un sì al premier uscente in cambio di una forte diminuzione della pattuglia M5S nella squadra di governo. Si parla di un monocolore Dem. Ma il sì ufficiale a Conte non è arrivato. Tra le richieste del PD non è passata inosservata quella relativa alla consultazione della base penta stellata attraverso la piattaforma Rousseau. Secondo un’indiscrezione del Messaggero confermata dal Fatto Quotidiano tra le richieste del PD ai Cinque Stelle ci sarebbe proprio quella di non sottoporre la nascita del Governo alla votazione su Rousseau, ma solo al voto dei gruppi parlamentari. Il Motivo? “Per riportare in primo piano la democrazia rappresentativa“. Un’indicazione irricevibile, specie se proveniente dal Partito Democratico che sembrerebbe puntare, fin dalle premesse ad un’opera di radicale trasformazione del futuro partner di Governo.

Fonte: Adnkronos, Fatto Quotidiano, Giornale, Messaggero

 

 

 

 

 

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