Recanati, disabile multato di 400 euro per essere entrato in un bar

Giovanni Valerio Ricci, multato per aver preso un caffè all’interno di un ristorante di Porto Recanati, è solo l’ultimo caso di una lunga serie di sanzioni emesse per violazioni delle restrizioni anti-Covid.

Dai ristoratori al caso di Recanati, in Italia fioccano multe anti-Covid
Miguel Medina, Getty Images

Non solo Matteo Salvini: il caso del disabile multato per aver preso un caffè all’interno di un locale di Porto Recanati – nonostante i divieti – ha fatto partire una vera e propria gara di solidarietà. Sono tantissime, infatti, le persone che, da tutta Italia, hanno contattato Giovanni Valerio Ricci proponendo di contribuire al pagamento della sanzione da 400 euro che gli è stata comminata nei giorni scorsi. Il primo a sollevare il caso era stato il segretario della Lega, scatenando la reazione del consigliere regionale PD – e anch’egli disabile – Iacopo Melio. Ma nei giorni successivi tantissimi comuni cittadini hanno voluto esprimere la propria solidarietà nei confronti di Giovanni, contattando il ristorante Amarcord, luogo dove l’uomo era stato sanzionato.

Quello di Ricci, però, non è che l’ultimo, ennesimo episodio di sanzioni emesse per le violazioni delle rigidissime normative anti-Covid. Se nei primi mesi della pandemia – come più volte richiesto anche dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – i controlli da parte delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale erano stati all’insegna di un certo equilibrio, tanto che il rapporto tra verifiche effettuate e sanzioni erogate era davvero bassissimo, dalle festività natalizie in avanti qualcosa è cambiato, nell’approccio delle istituzioni.

E così, a partire da Natale, sono fioccate multe, e chiusure obbligatorie per decine di bar e ristoranti in tutto il Paese, già alle prese con la difficilissima situazione legata alla pandemia. Eclatanti i casi di protesta nel quadro dell’iniziativa #ioapro, che aveva portato, a metà gennaio, molti imprenditore del settore della somministrazione a contravvenire deliberatamente alle limitazioni anti-Covid: l’iniziativa ebbe un gran risalto e, pur non essendo state moltissime le attività che vi presero parte attivamente, le multe sono state numerose: da Torino, a Milano, ristoratori e clienti sono stati puniti per aver preso parte a cene in locali che non avrebbero potuto essere aperti.

Ma i casi, ormai, non si contano più: dal barista che, in provincia di Mantova, ha collezionato più di venti multe in pochi giorni, fino al ristoratore che – per festeggiare il proprio compleanno – aveva invitato quattro familiari all’interno del proprio locale, chiuso al pubblico, passando per il caso di Francesca Lazzerin, che ha deciso di andare incontro alla sanzione da parte delle Forze dell’Ordine pur di far vedere a tutti la disperazione del mondo della ristorazione, ormai in evidente difficoltà a causa delle prolungate chisure. Una difficoltà nella quale, spesso, rischia di inserirsi la malavita organizzata che, disponendo di grande liquidità, agisce prestando soldi a tassi usurari o direttamente rilevando le attività in crisi.

Impostazioni privacy