Renzi ha un’idea “Berlusconi nel Governo Conte e insieme votiamo il nuovo presidente”

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi guarda con favore alla possibilità di allargare l’area di Maggioranza anche a Forza Italia: “Se son rose, fioriRanno”, dice, convinto che questa possibilità rappresenti una grande opportunità per Berlusconi. 

Renzi strizza l'occhio a Berlusconi e invita Forza Italia in Maggioranza
Matteo Renzi/Filippo Monteforte, Getty Images

La crisi economica derivante dalla pandemia è solo all’inizio. E secondo Matteo Renzi, di fronte ad uno scenario tanto difficile quanto preoccupante, “se Forza Italia offre la disponibilità a superare il populismo fanno bene i dirigenti del PD a dire andiamo a vedere le carte. Oggettivamente questa disponibilità può produrre una novità politica“. E’ una vera e propria apertura, non del tutto sorprendente, quella che il leader di Italia Viva riserva alla formazione politica di Silvio Berlusconi, ritenuta dalle forze del Centrosinistra la più vicina tra quelle di Opposizione e, secondo alcuni osservatori, interessata a ritagliarsi un nuovo ruolo, diverso da quelle che la vede ormai schiacciata tra la crescita delle forze sovraniste di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Matteo Renzi in proposito non ha dubbi e sostiene la proposta arrivata dall’esponente del Partito Democratico Goffredo Bettini, che sottolineando la necessità di chiamare all’impegno “le migliori energie del Paese” ha sostanzialmente prospettato la possibilità di Patto del Nazareno 2.0, al quale partecipino – oltre ai dem e a Forza Italia – anche Luigi Di Maio ed il Movimento 5 Stelle. Segno dei tempi che corrono, trasformando l’impossibile in possibile.

Secondo il leader di Italia Viva, sono in molti – oggi – a sottovalutare le dimensioni della crisi economica appena iniziata, che porterà con sé, insieme ad una spaventosa crescita del debito pubblico, anche il blocco totale della spesa e forti ricadute sul mondo del lavoro. Ed è proprio alla luce delle difficoltà cui l’Europa, e quindi l’Italia, stanno andando incontro, che Renzi ritiene utile un allargamento della coalizione di Governo.

Un auspicio, quello dell’ex sindaco di Firenze, che non è detto si traduca in passaggi concreti: “In Forza Italia“, spiega Renzi – dimostrando una profonda conoscenza delle vicissitudini interne agli azzurri – “convivono due anime: c’è il gruppo che possiamo chiamare il fronte del Nazareno, che vuole accordi bipartisan e si colloca nello scenario del Ppe guidato dalla Merkel, e c’è il gruppo che definiamo il fronte di Pontida che vuole l’alleanza solo con la Lega“. Una dinamica interna al partito che potrebbe portare ad una sorta di resa dei conti, il cui esito darà indicazioni in una direzione o nell’altra. Dal canto suo, Renzi è convinto che, con le Amministrative che incombono, Berlusconi sarà restio a rompere l’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia, che nell’ultima tornata hanno fatto la parte del leone nel voto locale. Eppure, se optasse per questa possibilità – prosegue il leader di Italia Viva – sarebbe una scelta coraggiosa e “una svolta di grande valore“. L’apertura, da parte di Forza Italia, c’è stata. E alla luce di questa, secondo Renzi, le forze del Centrosinistra devono rendersi “disponibili in modo serio. Se son rose, fioriranno“.

L’elezione del Presidente della Repubblica

Un eventuale ingresso in maggioranza di Silvio Berlusconi dev’essere letto, dal punto di vista dell’ex segretario PD, anche in prospettiva: la coalizione al Governo, spiega, “ha messo in un angolo i populisti di questo paese“. Una Maggioranza che ora vuole assumersi l’impegno di arrivare in fondo alla legislatura, così da eleggere il prossimo Presidente della Repubblica, facendo salire al Colle una figura capace di mettere “il Quirinale in salvo fino al 2029 tenendo la barra dritta sull’alleanza atlantica e sull’Unione europea“.  Un’occasione ghiotta per Berlusconi, che così avrebbe, prosegue nel ragionamento Renzi, la possibilità di “dimostrare che Forza Italia è alleata della Merkel e non della Le Pen” e che dipenderà in tutto e per tutto dall’esito della sfida interna al partito di Berlusconi.

E di fronte a chi vocifera che l’idea di allargare il fronte della Maggioranza derivi dai numeri risicati sui cui il Governo può contare al Senato, Renzi approfitta per lanciare un messaggio agli alleati: “Finché c’è Italia viva, questo governo non ha un problema di numeri“. Non una minaccia, ma la volontà di sottolineare, per l’ennesima volta, che le sorti dell’Esecutivo dipenderanno dal comportamento dei suoi. “C’è da fare un salto di qualità, nella gestione sanitaria, sul Recovery plan, nello sblocco dei cantieri“, propone, prima di rassicurare sul fatto che la legislatura, in ogni caso, si concluderà alla scadenza naturale del 2023: “io vorrei che ci arrivasse con una maggioranza politica che tiene fuori i sovranisti di destra“, precisa.

Quel che è certo è che al momento, al di là delle aperture di Pd ed Italia Viva, le altre forze di Governo non siano entusiaste all’idea di un patto con Berlusconi: dal Premier Conte fino a Vito Crimi, le voci contrarie all’allargamento della Maggioranza non sono mancate. Circostanze che però non preoccupano Renzi, convinto che il Movimento 5 Stelle, che “nel 2019 andava dai gilet gialli e nel 2020 si prepara a entrare nel partito di Macron“, possa nuovamente cambiare idea. Anche sul Mes, ritenuto indispensabile da Italia Viva.

Il rimpasto di Governo

Che il patto con Forza Italia si concretizzi o meno, Renzi torna a cavalcare uno dei suoi cavalli di battaglia: la necessità di un rimpasto di Governo. Un progetto a cui aveva lavorato prima che la seconda ondata di Covid dilagasse e che, intimamente, non ha mai abbandonato. Dopo il confronto sui contenuti che dovrà determinare il nuovo contratto di Governo sarà utile “guardarci negli occhi e di dirci se va tutto bene come sta andando o possiamo irrobustire taluni ministeri“. Un intervento, precisa poi il leader di Italia Viva, destinato ad apportare qualche modifica alla squadra, sicuramente non a proporre un nuovo Presidente del Consiglio.

Infine, un’ultima stoccata all’Esecutivo Renzi la lancia a proposito del caos creatosi attorno alla nomina del nuovo commissario per la sanità calabrese, confermando il suo forte endorsement per Gino Strada: “Uno che non guarda in faccia nessuno: guarda negli occhi tutti ma non guarda in faccia nessuno”.

 

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