Proiettile a Salvini, ex terrorista rosso minaccia: “Una volta li portavamo di persona”

Enrico Galmozzi, ex terrorista di Prima Linea, ha pubblicato su Facebook una frase minacciosa nei confronti di Matteo Salvini.

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Enrico Galmozzi, ex terrorista che fu tra i fondatori di Prima Linea insieme a Enrico Baglioni, Sergio D’Elia, Roberto Rosso e Sergio Segio, ha postato una frase che suona come una vera e propria minaccia nei confronti del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Giù la testa, coglione. Non fare il cinema che ti va di culo: una volta invece di spedirli li consegnavamo di persona…”.

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Galmozzi, condannato per gli omicidi di Enrico Pedenovi e di Giuseppe Ciotta, ha pubblicato questo messaggio sul proprio profilo Facebook a risposta dell’affermazione “i proiettili non mi fermeranno”, pronunciata dal leader della Lega nella mattina di oggi per commentare la notizia, riportata dall’Ansa, di una busta contenente un proiettile che gli era stata inviata.

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Il vicepremier, in queste ore preso di mira dal PD per i presunti finanziamenti della Russia alla Lega e da Carola Rackete che ha richiesto la chiusura dei suoi profili social, non ha mancato di rispondere alle frasi dell’ex terrorista. Il numero uno del Carroccio ha infatti pubblicato su Facebook la seguente dichiarazione: “Terrorista rosso, condannato per omicidio, oggi mi insulta e minaccia… Strano Paese l’Italia”.

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Ancor più dura è stata la reazione da parte di Potito Perruggini, il nipote di Giuseppe Ciotta, agente di polizia ucciso nel 1977 da Prima Linea e presidente dell’Osservatorio nazionale per la verità storica Anni di Piombo, ai microfoni di Adnkronos: “Se un killer si sente libero e forte di poter fare certe affermazioni pubblicamente – ha evidenziato Perruggini – chissà cosa si sta cospirando dietro certe porte contro lo Stato italiano. Anche la Balzerani ha dichiarato che la loro missione non è morta – ha notato il nipote dell’agente – Dobbiamo aspettare il morto?”.

“Leggere queste parole mi fa stringere il cuore e serrare i pugni, perché io so che queste parole hanno un peso enorme. Infatti Galmozzi – è il ricordo del presidente dell’Osservatorio nazionale per la verità storica Anni di Piombo – fu il killer che puntò l’arma e sparò a sangue freddo contro il cuore di mio zio indifeso in macchina, sotto gli occhi di sua moglie che lo salutava dal balcone di casa”.

“Come è possibile che possa continuare impunemente ad avere la libertà di istigare ancora a delle atrocità contro uno dei massimo rappresentanti dello Stato italiano? – è la domanda di Perruggini – ho denunciato più volte agli organi competenti cosa stava accadendo sotto i nostri occhi tramite i social media”.

“Quanto sono forti le reti di protezione di questi terroristi tanto che i loro profili Facebook non vengono neanche sospesi? – ha spiegato il presidente dell’Osservatorio nazionale per la verità storica Anni di Piombo – dove sono i giudici di sorveglianza per l’esecuzione della pena? Cosa fanno?” Questo è il risultato del più becero buonismo. La ferocia di quello che potrebbe accadere non ci permette più di mettere la testa sotto la sabbia – ha proseguito il nipote di Ciotta – Il coraggio del ministro Salvini ci ha permesso di non essere completamente disarmati di fronte alla strategia del terrore che si sta attuando davanti agli occhi di tutti con la simpatia di personaggi pluricondannati per terrorismo contro lo Stato italiano. Individui tristemente sostenuti anche da alcuni parlamentari in carica che definiscono il ministro eversore”.

“Dovendo scegliere tra i supporter (terroristi, no global e altri) che strumentalizzano gli immigrati per ricattare il governo e il ministro – è la conclusione di Perruggini – non posso che orgogliosamente schierarmi con Salvini che mette al primo posto la sicurezza e la tutela dei confini, consapevole dei fenomeni che si nascondono dietro i flussi di migranti irregolari verso il nostro Paese”.

Fonte: Facebook Enrico Galmozzi, Ansa, Facebook Matteo Salvini, Adnkronos

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