Orlando contro il Decreto e contro Salvini: nessuno lo vuole

Lunedì pomeriggio, nello storico mercato di Ballarò, una troupe belga è stata derubata di tutta l’attrezzatura mentre intervistava il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando. 

Una troupe belga è stata derubata di tutta l’attrezzatura mentre intervistava il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando. E’ successo lunedì pomeriggio, nello storico mercato di Ballarò: i giornalisti stavano girando un reportage sulle prossime elezioni europee e tutta l’attrezzatura era all’interno di una monovolume, parcheggiata a pochi passi dal locale Moltivolti, il primo co-working multiculturale della città. Durante le riprese, qualcuno ha aperto il mezzo, forzando lo sportello posteriore, e portato via le apparecchiature portellone posteriore per rubare il materiale, come riportato da Repubblica.

E’ partita la denuncia alla Polizia ma nel giro di poche ore la notizia si è diffusa in tutto il quartiere. Dal Comune hanno fatto sapere che un uomo ha avvisato di aver notato l’attrezzatura in una piazza. Le ipotesi più probabili sono legati ad attività di ricettazione che si svolge nel mercato abusivo dell’Albergheria, a due passi da Ballarò.

Orlando, con lui la rivolta dei Sindaci Rossi

Non si esclude, però, che l’obiettivo potesse essere proprio mandare un segnale al Primo Cittadino di Palermo. Leoluca Orlando, in prima fila nella rivolta dei “Sindaci Rossi” che si sono opposti al Decreto Salvini, diede un primo segnale d’opposizione al Governo iscrivendo tempo fa all’anagrafe quattro migranti, bengalesi e libici. Seguito, nel pensiero, da Luigi De Magistris – Sindaco di Napoli – e Beppe Sala – Primo cittadino di Milano – la sua apertura ai migranti non sembra essere percepita di buon grado dai suoi concittadini. Poco tempo fa, non a caso, un cittadino gli è inveito contro, dandogli del “coinnuto” – cornuto in dialetto siciliano – dopo che il Primo Cittadino aveva disertato una visita del Premier Giuseppe Conte.

Quello che non sembra piacere di Orlando è il suo essere poco incline al rispetto delle leggi, proprio lui che dovrebbe dare il buon esempio. Infatti, qualche mese fa, il Primo cittadino di Palermo ha firmato i primi provvedimenti per l’iscrizione all’anagrafe di quattro migranti – bengalesi e libici aventi tra i 26 e i 49 anni – con permesso di soggiorno in corso per motivi umanitari e come richiedenti asilo. Ma questo non è quello che prevede il Decreto Sicurezza.

La questione migranti aveva aperto uno scontro tra il Vicepremier Matteo Salvini e i Sindaci di alcune città, che si ribellarono all’approvazione del Decreto, passato, tra l’altro, con 163 voti al Senato e 336 alla Camera. Orlando fu in prima fila, seguito da Nardella, Sindaco di Firenze, e Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli, sostenendo di voler disapplicare il Decreto e le norme sui richiedenti asilo, in quanto “disumane e criminogene“. Detto fatto, il primo atto di quest’opposizione non rese felici i cittadini. A nulla sono servite le motivazioni di Orlando, come riportato dall’Adnkronos: “Firmare questi atti è per un Sindaco che ha giurato fedeltà alla Costituzione e allo statuto comunale un atto praticamente dovuto“, disse il Sindaco, “la tutela dei diritti collettivi va di pari passo con la tutela dei diritti dei singoli perché solo così si garantisce e si costruisce vera sicurezza di tutta la comunità locale”.

Orlando, che si è assunse la piena responsabilità dell’atto, parlò di un obbligo del Sindaco di rispettare la Costituzione, e adeguare ad essa la propria attività costituzionalmente corretta. Tra l’altro, solo sua poteva essere la responsabilità, visto che gli ufficiali dell’Anagrafe Comunale di Palermo, avevano detto di non firmare le iscrizioni dei richiedenti asilo e di chi ha i permessi di soggiorno per motivi umanitari, entrando in contrasto con le risoluzioni del Sindaco. Non sembra proprio però, che il Primo cittadino possa parlare di costituzionalmente corretto. 

Ci si è chiesto, in sostanza, il perché se la Magistratura ha aperto un fascicolo sul Vicepremier, per violazione delle leggi, non abbia fatto lo stesso con Orlando. Se Salvini ha violato i diritti fondamentali del cittadino, allora si può dire che Orlando, rappresentante dello Stato, ha violato i doveri fondamentali del suo ruolo.

Chiara Feleppa

Fonti: PalermoMania, Adnkronos, Repubblica

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