Casalino, il portavoce più potente della storia della Repubblica tenta di salvare il Governo

L’incredibile traiettoria politica di Rocco Casalino, portavoce del Premier, ex concorrente del Grande Fratello, regista occulto del Governo e fulcro della sua crisi.

Il paradosso di Rocco Casalino, il portavoce più potente della storia
Rocco Casalino e Giuseppe Conte/Facebook Rocco Casalino

E’ per molti versi un caso più unico che raro, quello del portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino, passato nel giro di qualche anno dalla partecipazione al Grande Fratello alla visita alla Casa Bianca di Donald Trump, dal peggior trash televisivo agli incontri con i Capi di Stato più influenti al mondo, sempre al fianco di un Premier che considera il suo parere ed i suoi consigli più di quanto tenga in considerazione alleati ed Opposizione.

E più unica che rara è la centralità che, per il ruolo che ricopre, la sua figura riveste nella crisi di Governo ufficialmente aperta ieri dalle dimissioni dei rappresentanti di Italia Viva nell’Esecutivo. “Rocco vale mezzo Governo“, dicono i suoi collaboratori a Palazzo Chigi. E forse non sbagliano poi di molto, se è vero che tra le – molteplici – ragioni che hanno spinto Renzi alla rottura finale, una parte non secondaria la gioca anche quel portavoce da sempre indigesto a Italia Viva. “Ma è soltanto un portavoce!“, potrebbe pensare qualcuno. Eppure, la sua esclusione dalla squadra di collaboratori del Premier era, allo stesso tempo, condizione indispensabile per Matteo Renzi al fine di esplorare qualsiasi tentativo di ricucire i rapporti con Palazzo Chigi e proposta irricevibile per Giuseppe Conte, che pur avendo aperto un po’ su tutto pur di scongiurare la crisi, sul fidato Rocco non ha voluto cedere.

E così in un paio d’anni Casalino – da sempre indicato come uno dei veri decisori del Movimento 5 Stelle, pur rimanendo un passo indietro rispetto ai leader più esposti – è diventato l’alter ego di Conte, il suo doppio, il fulcro di un Governo chiamato a prendere decisioni complesse in una fase storica complicatissima. Protagonista, pur senza essere mai troppo esposto sulla scena. Non a caso solo qualche giorno fa, la crisi si è avvitata attorno a una sua improvvida dichiarazione – poi smentita in fretta e furia – secondo cui un prossimo passaggio parlamentare farebbe fare a Matteo Renzi la stessa fine che l’altro Matteo, Salvini, fece nell’estate 2019: “Lo asfaltiamo“, avrebbe detto il regista occulto di Palazzo Chigi, sempre più calato nella parte di perno dell’Esecutivo e di un Movimento che – nel suo piano sgangherato di rivoluzionare la politica ed il suo linguaggio – è arrivato anche all’inversione dei sostantivi: con i parlamentari – eletti – che diventano “portavoce” di chi li ha votati e il portavoce – nominato – che prende le vere decisioni.

Facile immaginare, in questo contesto, che anche nelle prossime ore e nei prossimi giorni, Casalino sia destinato a ricoprire un ruolo fondamentale: sarà lui a guidare i tentativi dell’avvocato di rimanere in sella, sarà lui a cercare e motivare i responsabili che potrebbero garantire un altro giro di giostra ad un Premier che, dopo aver governato – senza battere ciglio – tanto con il sovranista Salvini quanto con la sua nemesi europeista del PD, si prepara all’ultimo salto: quello che lo porterebbe a far entrare in Maggioranza nuovi o vecchi berlusconiani, parenti di Mastella, “responsabili” di estrazione varia.

Casalino è certo del buon esito dell’operazione: “Amore, stai tranquillo, ci sarà il Conte ter“, ripeterebbe da giorni secondo le indiscrezioni di Augusto Minzolini del Giornale – citando se stesso durante una conferenza stampa dopo l’insediamento del secondo Governo dell’avvocato. Meno certo, secondo diversi osservatori, è invece lo stesso Conte, alle prese con la modifica del Decreto Bassanini, che punta a scorporare i Ministeri e moltiplicare gli incarichi per garantirgli, probabilmente, una maggiore capacità contrattuale in sede di negoziazione con chi dovesse decidere di entrare in Maggioranza.

Sullo sfondo, l’ipotesi delle elezioni: con Conte deciso a diventare il candidato unico della coalizione tra PD e Movimento 5 Stelle. Una prospettiva tutt’altro che scontata, visto che dalle parti del Nazareno non tutti sono certi che l’avvocato sia il cavallo giusto su cui puntare. Anche per via di Rocco Casalino.

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