Coronavirus, si temono 30mila casi al giorno. E sono in arrivo tre nuove restrizioni

Il lockdown sembra sempre più vicino nonostante il Premier Giusepe Conte continui a rimandare la decisione. I tecnici hanno già pensato alle prossime misure restrittive prima della chusura totale.

 

Con il Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte domenica scorsa, sono state imposte ulteriori misure restrittive anti Covid che a molti sembrano eccessive: chiusura totale di palestre, piscine, cinema e teatri e chiusure anticipate di bar e ristoranti. Le polemiche contro queste misure, infatti, si stanno facendo sentire più o meno ogni giorno sia attraverso manifestazioni di piazza sia attraverso atti di disobbedienza pacifica messi in atto da titolari di attività che hanno scelto di continuare a rimanere aperti nonostante il divieto.

L’obiettivo è fare di tutto per frenare questa seconda paurosa ondata di contagi. Si sono gi alzate diverse voci di dissenso, tra cui quella  dell’ex Premier Matteo Renzi  che ha definito le misure di Conte “un lockdown a metà senza alcune base scientifica” e che, a suo dire, non fara scendere il numero dei contagi ma certamente farà calare il numero degli occupati.  Ma per capire se queste nuove misure inserite nel nuovo Decreto sono realmente efficaci, è necessario attendere almeno un paio di settimane.

La rete sanitaria non è ancora al collasso. Tuttavia in molti ospedali la situazione è già critica, resa ancor più critica dalla carenza di medici e infermieri ma anche di posti letto nei reparti Covid.  Secondo le stime degli esperti se il Covid continuerà a diffondersi a questo ritmo, entro i primi di novembre si potrebbero contare 30mila casi al giorno. Ora l’obiettivo è  restare sotto la soglia di 2500 pazienti in terapia intensiva: se non si supera questa cifra, l’epidemia è ancora gestibile. In caso contrario l’ipotesi di un secondo lockdown potrebbe diventare non più solo un’ipotesi. Il Premier ha più volte ribadito che il Governo sta lavorando notte e giorno per scongiurare una seconda chiusura totale del Paese in quanto la situazione economica davvero non può più permetterselo.  L’ultimo estremo tentativo prima di arrendersi consiste in tre ulteriori misure restrittive a cui i tecnici stanno già lavorando: lockdown territoriali circoscritti  alle zone più colpite; chiusura dei confini regionali; ritorno alla didattica a distanza su tutto il territorio nazionale e per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Intanto il primo ministro Conte, questa mattina, durante l’informativa alla Camera, ha ribadito la necessità di una risposta coordinata da parte dell’Europa per fare fronte – specialmente – alla crisi economica, che si lega in modo praticamente indissolubile all’emergenza sanitaria: “Questo è il momento di restare uniti. Senza una risposta coordinata dell’Ue nessuno supererà la crisi”. Il Premier ha anticipato che questo pomeriggio il presidente della Commissioe Ue Ursula von der Leyen illustrerà il pacchetto di misure pensate dall’Europa per aiutare gli Stati membri a fare fronta a questa nuova ondata pandemica.

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