Bus, non c’era solo Ramy: Salvini consegna una medaglia ai bambini italiani

La concessione della cittadinanza a Ramy, il bimbo eroe del sequestro del bus, a San Donato Milanese, ha fatto molto discutere. Ma sul mezzo viaggiavano anche altri piccolo studenti: il Vicepremier Salvini li ha incontrati al Viminale.

Non solo Ramy. Sul bus che è stato dirottato dal senegalese Ousseynou Sy a San Donato Milanese c’erano altri 50 bambini, che sono forse passati in secondo piano rispetto a Ramy, il bambino di origine straniera che ha allertato le Forze dell’Ordine permettendo l’intervento tempestivo degli agenti. Il caos scoppiato intorno a lui, con la richiesta di cittadinanza, poi ottenuta, avanzata dal bimbo, e con il caso Ius Soli tornato alla ribalta, ha oscurato probabilmente i volti e i nomi degli altri studenti che, come lui, si sono trovati sul bus, rimanendo vittime della follia di un uomo che avrebbe potuto compiere una vera e propria strage terroristica per “vendicare i morti in mare“.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, come aveva preannunciato giorni fa, ha incontrato al Viminale 5 bambini e ha consegnato loro una medaglia al valore, come riportato da La Stampa. C’era Ramy, tra questi. Ma anche Nicolò, che si è offerto come ostaggio al senegalese; Adam, anche lui straniero, che ha aiutato a chiamare i Carabinieri, fornendo indicazioni utili; Aurora, che, presa in ostaggio, manteneva la calma e il sangue freddo; Fabio, che ha parlato con il terrorista, cercando di dissuaderlo e tranquillizzarlo.

L’incontro, svoltosi alla presenza dei dodici Carabinieri, ha trovato consenso in gran parte dell’opinione pubblica che chiedeva, a gran voce, una considerazione anche nei confronti degli altri bimbi. Nel ringraziarli, Matteo Salvini ha fatto riferimento ai fatti di questi giorni. “Ho avuto la disgustosa sensazione che i ragazzini di Crema siano stati usati da qualcuno per fare battaglia politica”, ha detto con chiaro riferimento ai personaggi di Sinistra che hanno utilizzato la nazionalità del bimbo eroe per far pressione sulla questione cittadinanza, come riportato da SkyTg24. Sul senegalese, invece, si è cercato ad ogni costo di difenderlo e di sminuirne l’azione: partendo dal giornalista Gad Lerner fino ad arrivare a Livia Turco ed Enrico Rossi, ex PD. “Li hanno usati come una bandiera politica. A loro, la vicenda ha fatto male, non sono strumenti ma ho avuto la disgustata sensazione che qualcuno ha cercato di usarli”, ha continuato il Ministro dell’Interno.

Il Vicepremier ha poi commentato le parole del suo braccio destro Luigi Di Maio, fin da subito fermo sostenitore della concessione della cittadinanza a Ramy: “Accolgo i consigli di tutti, ma in questo caso mi sono convinto da solo, prendendomi il tempo necessario per dire sì a ragion veduta“. Sullo Ius soli, Salvini ha confermato quello che ha sempre pensato: “Stiamo valutando un percorso per la cittadinanza ai bimbi non italiani che erano nel bus, senza che comporti alcuna variazioni di legge visto che la legge c’è, funziona e non si tocca”. Poi, su Facebook, ha condiviso un post con i momenti chiave dell’incontro: “Felice di aver dedicato il mio tempo”, questa la didascalia.

Per fortuna, non  si sono ancora mosse voci critiche sull’incontro. Ma non ci sarebbe da stupirsene se qualcuno potrebbe parlare ancora di “discriminazione” e “razzismo”, argomenti ormai che si vedono ovunque, anche dove non ci sono.

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Chiara Feleppa

Fonti: La Stampa, Skytg24, Facebook Matteo Salvini

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