Vaccino o no, con cardiopatia e diabete si rischia di finire in rianimazione

In terapia intensiva ci sono anche diverse persone vaccinate. La maggior parte presenta patologie cardiache, obesità e diabete.

Getty Immages/David Ramos

Da oltre un mese i contagi di Covid hanno ricominciato a crescere. E, purtroppo, non si tratta solo di casi asintomatici in quanto hanno ripreso la via della salita anche i ricoveri sia nei reparti ordinari sia in terapia intensiva. Gli esperti ricordano sempre che anche dopo il vaccino è comunque possibile contrarre il Covid e trasmetterlo ad altri. Tuttavia vaccinarsi serve, soprattutto, ad evitare il peggio ossia ad evitare che la malattia infettiva evolva in forma grave e porti in rianimazione, o peggio, al decesso. L’imoult report delle rete degli ospedali sentinella costituita dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere – Fiaso – conferma proprio che il 66% dei soggetti che, in queste settimane, sono state ricoverate a causa del Covid, sono soggetti non vaccinati.

Tuttavia nelle terapie intensive ci finiscono anche i vaccinati con entrambe le dosi. Il report di ottobre dell’Istituto Superiore della Sanità metteva in luce proprio un paradosso: la maggior parte delle persone con più di 80 anni in terapia intensiva erano vaccinati. I medici di Fiaso specificano, tuttavia, che i vaccinati che finiscono in terapia intensiva sono persone affette da almeno tre patologie preesistenti al Covid: “Il 66% dei ricoverati per Covid non ha ricevuto alcuna dose di vaccino o non ha completato il ciclo vaccinale. Mentre il 70% dei pazienti vaccinati finiti in rianimazione è affetto da cardiopatia, obesità grave, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva, neoplasia, o si tratta di pazienti dializzati, trapiantati o immunosoppressi, sui quali può essersi verificato un fallimento vaccinale causato proprio dalle patologie” – le parole degli esperti di Fiaso.  Già mesi fa si era evidenziato come gran parte dei morti con il Covid era affetto da diabete: una malattia metabolica che aggrava l’infezione.

Anche dal report di Fiaso emerge un paradosso: la percentuale di pazienti non vaccinati e con patologie pregresse che finiscono in terapia intensiva è più bassa, pari al 62% contro – appunto – il 70% dei vaccinati. Tuttavia – sottolineano gli esperti – l’età media di chi finisce in terapia intensiva è più bassa tra chi non è vaccinato: i pazienti vaccinati in rianimazione hanno in media 68 anni, mentre i non vaccinati hanno in media 62 anni.

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