Covid, vaccino o non vaccino: se avete il diabete dovete prestare molta attenzione, dicono i medici

A distanza di un anno e mezzo dall’inizio della pandemia di Covid, gli esperti informano che un disturbo molto comune tra la popolazione, ha inciso in maniera significativa sul numero dei decessi.

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Getty Immages/Antonio Masiello

Coronavirus: il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali sono aumentati di 3117 unità. Da ieri 22 morti. Totale persone vaccinate: 30.119. 047, pari al 55,77% della popolazione con più  di 12 anni.

Covid: cosa può renderlo letale?

La maggior parte delle persone che sono decedute con il Covid avevano almeno una patologia pre-esistente. Quando si parla di patologie pregresse, l’immaginario collettivo, ci porta a visualizzare letti di ospedale o malati di tumore o leucemia. In realtà esistono disturbi molto più comuni che, se non trattati, possono compromettere la salute anche in modo grave. E, soprattutto in questo periodo di pandemia, possono aumentare – e non di poco – il rischio di contrarre il virus in forma severa. E’ già stato evidenziato come, tra i fattori di rischio, vi sia la carenza di vitamina D: mancanza comune a molti. Ora, a distanza di oltre un anno e mezzo, dall’inizio di tutto, gli esperti informano che anche un altro disturbo molto diffuso tra la popolazione può amplificare le conseguenze del Covid e aumentare le probabilità di decesso. Si tratta del diabete.

La professoressa Raffaella Buzzetti – ordinario di Endocrinologia la «Sapienza» e Responsabile UOD Policlinico Umberto I Coordinatrice Nirad Società Italiana Diabetologia – ha evidenziato che le persone con diabete che hanno contratto il Covid hanno avuto una prognosi più infausta rispetto alle persone che non avevano il diabete. L’Istituto Superiore di Sanità – ISS – ha dimostrato che il 35% dei decessi riguarda pazienti con diabete. Ma il diabete è una comune malattia metabolica come colesterolo, ipertensione e obesità. Una patologia, pertanto, non solo che si può prevenire ma anche curabilissima con alimentazione e attività motoria, sotto il controllo del proprio medico.

Gli scienziati hanno fatto notare che, mentre un tempo il diabete affliggeva quasi esclusivamente le persone anziane, oggi – a causa di uno stile di vita sempre più sedentario e di una dieta sempre più ricca di cibi raffinati e zuccheri –  l’età di comparsa del diabete di tipo 2 si sta abbassando. Il diabete di tipo 1, invece, è una patologia autoimmune ma, ad oggi, esso rappresenta appena il 10% dei casi.  Inoltre come evidenziato da un recente studio, un soggetto su tre con diabete, ha un maggiore rischio cardiovascolare. Laddove dieta e attività motoria regolare non bastassero, la professoressa Buzzetti invita i colleghi medici ad intervenire per tempo utilizzando farmaci “intelligenti” come gli agonisti recettoriali dei GLP1 che favoriscono la riduzione di peso e sono efficaci sul controllo della glicemia. Combattere il diabete – precisa l’esperta – è fondamentale al fine di prevenire una peggiore prognosi nel caso di infezione da Covid 19. Anche il professor Gianluca Perseghin – membro del Comitato Scientifico Diabete Ricerca Onlus e ordinario di Endocrinologia all’Università Milano Bicocca – recentemente ha spiegato che chi è affetto dal diabete non ha maggiori probabilità di contrarre il Covid ma ha maggiori probabilità che la malattia evolva in forma grave tanto da costringere al ricovero anche in terapia intensiva.

 

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