20.884 casi e 347 morti. Risarcimento anche per gli infermieri che rifiutano vaccino e mascherina

Anche i sanitari che dicono no al vaccino e ai dispositivi di protezione individuale, verrà assicurato il risarcimento in caso di infezione da Coronavirus.

risarcimento infermieri no vax
Getty Immages/Go Nakamura

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 20.884 unità e portano il totale a 2.976.274. Nelle ultime ventiquattro ore 347 morti che fanno salire le vittime a 98.635 e 14.068 guariti che raggiungono quota 2.440.218.

I casi attualmente positivi salgono a 437.421, +6425 rispetto a ieri. I ricoverati sono 19.763, +193 mentre nelle terapie intensive 2411 assistiti, +84 da ieri.

Covid: anche i no vax hanno diritto al risarcimento

Qualche settimana fa la clinica ospedaliera San Martino di Genova era balzata agli onori della cronaca per i 15 sanitari positivi al Covid. Il caso fece discutere non tanto per il fatto che infermieri e operatori assistenziali avessero contratto l’infezione virale. La questione era più complessa. Infatti si trattava di sanitari che avevano rifiutato il vaccino anti Covid. Dunque  si poneva il problema se potesse considerarsi o no infortunio sul lavoro. perché certamente si erano infettati nello svolgimento del loro lavoro. Tuttavia avevano rifiutato quello che è considerato il principale strumento di contrasto al Covid: ovvero il vaccino.

In un primo momento l’Inal sembrava propensa a rifiutare di considerare infortunio un caso come questo. Di conseguenza i 15 sanitari non avrebbero avuto diritto ad alcun risarcimento. Decisione che incontrava il pieno supporto dell’infettivologo del San martino, il professor Matteo Bassetti. Bassetti riteneva, anzi, inconcepibile anche solo che i no vax chiedessero il risarcimento in quanto – a suo dire – con il loro comportamento stavano mettendo a rischio i pazienti. Il professore non teneva forse conto del fatto che il Covid può infettare nuovamente anche dopo aver ricevuto entrambe le dosi vaccinali, come accaduto a ben 12 sanitari a Roma.  A sorpresa, la decisione finale dell’Inail è andata in tutt’altra direzione: anche gli infermieri o gli operatori sanitari no vax – o che per qualunque altra ragione rifiutano di vaccinarsi – avranno diritto al risarcimento se contraggono il Covid.

Ma non è tutto. Saranno risarciti anche coloro che rifiuteranno d’indossare i dispositivi di protezione individuale come la mascherina. L’Inail ha specificato che anche se rifiutare di mettere la mascherina significa violare deliberatamente le norme di sicurezza e, pertanto, si tratta di un comportamento illecito, l’illiceità non preclude il diritto del lavoratore di essere risarcito in caso di infortunio. E infettarsi mentre si lavora è certamente infortunio. A maggior ragione questo discorso vale per il vaccino anti Covid che, al momento, non è nemmeno obbligatorio in Italia. L’unico concetto che farebbe venire meno il diritto dei sanitari ad essere risarciti sarebbe il “rischio elettivo“. Per rischio elettivo s’intende la volontà del lavoratore stesso di ammalarsi: un’azione volontaria che però non può essere ricondotta al comportamento degli infermieri no vax. Nel caso di questi ultimi, l’Inail ha spiegato che la loro scelta di non vaccinarsi non può essere considerata alla stregua del rischio elettivo poiché il rischio del contagio non è certamente voluto dal lavoratore.

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