Covid, 274 morti: nessun risarcimento per i sanitari che s’infettano se rifiutano il vaccino

Se i sanitari s’infettano nello svolgimento del loro lavoro ma rifiutano il vaccino anti Covid, non avranno diritto ad alcun risarcimento. Questa sembra essere la via dell’Inail.

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Getty Immages/Go Nakamura

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 9630 unità e portano il totale a 2.818.863. Nelle ultime ventiquattro ore 274 morti che fanno salire le vittime a 95.992 e 10.335 guariti che raggiungono quota 2.334.968.

I casi attualmente positivi scendono a 387.903, – 992 rispetto a ieri. I ricoverati tornano a salire e arrivano a 18.155, + 351 mentre nelle terapie intensive 2118 assistiti, +24 da ieri.

Covid: nessun risarcimento per i no-vax

Sono moltissimi i sanitari – tra medici, infermieri e Operatori socia assistenziali – ad aver contratto il Covid mentre svolgevano il loro lavoro in ospedale. E, essendosi ammalati in virtù del mestiere svolto, si pensava che si potesse considerare infortunio. Ma l’Inail sembra aver preso un’altra direzione almeno in parte. Non tutti avranno diritto al risarcimento. A seguito  dell’istruttoria aperta dopo che 15 infermieri dell’ospedale San Martino di Genova sono risultati positivi al virue e rifiutavano il vaccino, l’Inail sembra essere giunta alla conclusione che i sanitari che rifiutano di vaccinarsi non avranno diritto al risarcimento. Un precedente che potrebbe creare un precedente non solo per i sanitari ma per tutte le categorie lavorative.

Nel 2020 era stato deciso che aver contratto l’infezione, per il personale sanitario, era da ritenersi un infortunio sul lavoro. Tuttavia ciò accadeva prima dell’arrivo dei vaccini anti Covid nel nostro Paese. L’istruttoria dell’Inail è ancora agli inizi ma l’orientamento sembra già consolidato: se si rifiuta il vaccino – anche se non è obbligatorio, per il momento – il contagio non può essere considerato infortunio sul lavoro. L’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, oggi nel consiglio di Amministrazione dell’Inail, ha commentato:” E’  logico che chi decide di non vaccinarsi e svolge una mansione a rischio poi non possa chiedere il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro. Anzi, dovrebbe essere messo nelle condizioni di non essere un pericolo per sé e per gli altri, evitando il licenziamento, ma svolgendo mansioni che non hanno contatto con il pubblico“. Tuttavia, all’opposto, in un ospedale capitolino, dodici sanitari che avevano già ricevuto entrambe le dosi del vaccino della Pfizer, sono risultati comunque positivi al virus. Infatti i vaccini attualmente disponibili in Italia, a quanto pare, non hanno efficacia con le varianti brasiliana e sudafricana.

 

 

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