Coronavirus, altri 258 morti: Perugia come Codogno, gli esperti chiedono il lockdown

Situazione difficile a Perugia per l’aumento di contagi da Coronavirus che ha spinto il primo cittadino a prolungare alcune dure misure per rallentare il virus.

Perugia Covid 14 febbraio 2021 Leggilo.org
Getty Images/Antonio Masiello

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi morti e guariti – sono saliti di 7351 unità e portano il totale a 2.729.223. Nelle ultime ventiquattro ore 258 morti che fanno salire le vittime a 93.835 e 11.771 guariti che raggiungono quota 2.237.290.

I casi attualmente positivi sono 398.098 (cifra più bassa dal 2 novembre 2020) – 4685 rispetto a ieri. I ricoverati salgono a 18.515, + 66 e nelle terapie intensive 2089 assistiti, + 4 da ieri.

Covid: Perugia è la nuova Codogno

Nella memoria di chi ha vissuto in prima persona la drammatica prima ondata di contagi da Coronavirus, è rimasto impresso il nome di Codogno – frazione di Lodi – che viene ora accostato a quello di Perugia per la drammatica situazione causata dalle nuove infezioni di Covidv . A lanciare l’allarme l’epidemiologo Fabrizio Stracci, che chiede misure drastiche, forse anche l’istituzione di una zona rossa: “Mi chiamano ‘mister lockdown’, ma non è che abbia questa passione. Penso però sia più produttivo introdurre un periodo di blocco centrato per poi ritrovarsi più liberi dal virus”, si presenta il medico ai cronisti, spiegando perchè la situazione perugina lo preoccupa così tanto. Il medico non ha usato mezzi termini: Ritrovarci come Codogno un anno fa non è bello” – afferma il professore che lavora proprio presso l’Università degli studi di Perugia e sta quindi vivendo di persona l’aumento dei contagi e il sovraccarico del sistema sanitario.

L’ipotesi di arginare il Coronavirus a Perugia e dintorni con un lockdown – spiega Stracci – nasce dalla paura che le varianti del virus, specie la temuta variante inglese, possano sprofondare la città in una situazione analoga a quella vissuta da Codogno durante le prime fasi della pandemia in Italia. “Dopo le festività ci aspettavamo una risalita dei contagi ma dai comuni ci dicevano che si trattava di cluster familiari e questo era plausibile, potendo le persone incontrarsi, anche se questo non giustificava i focolai sanitari“, spiega il medico teorizzando che il problema principale della variante inglese sia la facilità con cui si diffonde anche tra giovani e bambini. Nel frattempo, il sindaco di Perugia Andrea Romizi ha deciso di prendere sul serio il monito dell’epidemiologo e di prolungare le misure di distanziamento sociale nel comune che comprendono il coprifuoco dalle 21:00 alle 5:00 e la chiusura di alcune zone turistiche della città, compresa la scalinata del Duomo. Le misure rimarranno in vigore almeno fino al 21 febbraio come previsto dall’ordinanza 135 del primo cittadino che spera così di arginare i contagi ed evitare l’ipotesi avanzata da Stracci di una zona rossa mirata nella Regione umbra o nel comune di Perugia.

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