Crisi di Governo ad un passo e c’è l’impennata dei morti per Covid, come previsto dal Premier

Tra la crisi di Governo – sempre sul punto di entrare nel vivo – e l’impennata dei contagi preannunciata dal Premier Conte, l’Itala va incontro a giornate cruciali. 

Crisi di Governo ad un passo e c'è l'impennata dei morti per Covid
Giuseppe Conte/Facebook Rocco Casalino

Tornano a crescere, e di molto, i decessi da Coronavirus nel nostro Paese. I dati di oggi, preoccupanti rispetto a tutti gli indicatori, parlano di 616 nuove vittime – in salita rispetto ai 448 di ieri – e 14.242 contagi. Una situazione allarmante, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo, da un paio di settimane a questa parte nel resto d’Europa. E se in autunno il punto di riferimento, per monitorare la nostra situazione, poteva essere rappresentato dalla Francia – dove si realizzavano dinamiche simili alle nostre con un paio di settimane di anticipo – ora lo sguardo degli esperti del Governo è rivolto alla Germania e alla Gran Bretagna. Paesi in cui il lockdown, iniziato prima delle festività natalizie, è ben più serrato di quanto non sia accaduto, fino a questo momento, in Italia, e che pure fanno registrare numeri impressionanti sia per quanto riguarda i nuovi positivi che per quel che riguarda le vittime. Il timore è che, magari anche attraverso la crescita della diffusione della variante inglese sul nostro territorio, l’Italia possa finire per trovarsi a fare i conti con numeri simili a quelli che tanto stanno allarmando Boris Johnson ed Angela Merkel.

Non a caso da parte dell’Esecutivo si moltiplicano i segnali di preoccupazione: segnali che arrivano dalle dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte – che ieri ha annunciato che presto anche l’Italia sarà coinvolta dalla tremenda impennata di contagi che ha investito altri Paesi europei – e anche dalle misure che il Governo si appresta a varare: il prossimo Dpcm, la cui entrata in vigore è prevista per sabato 16, conterrà regole più rigide per le attività commerciali – su tutti i bar, cui sarà quasi certamente proibita la vendita da asporto dopo le 18 – e porterà ad un ulteriore irrigidimento dei parametri che determinano l’inserimento delle Regioni in fascia arancione o rossa: sarà molto più facile, quindi, che i singoli territori vadano incontro a restrizioni più severe.

E se sul nuovo Decreto rimangono aperti i confronti con i Presidenti di Regione – con Campania, Lombardia e Friuli Venezia Giulia che chiedono a gran voce l’istituzione di un’unica zona arancione per tutto il Paese – queste sono ore febbrili anche per il futuro del Governo stesso. La crisi politica, annunciata a più riprese dal leader di Italia Viva Matteo Renzi e finora rimasta congelata, sembrerebbe arrivata ad un punto decisivo: è previsto per questa sera, infatti, il Consiglio dei Ministri in cui, dopo l’approvazione del Recovery Plan, le due rappresentanti renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti – Ministri delle Politiche Agricole e delle Pari Opportunità – dovrebbero rassegnare le proprie dimissioni, aprendo formalmente la crisi.

L’ex sindaco di Firenze, nonostante le concessioni ottenute sulla gestione dei fondi europei derivanti dal Next Generation EU, non sembra intenzionato a sotterrare l’ascia di guerra nei confronti del Premier, che oggi ha però incassato il sostegno forte e coeso da parte di tutte le altre forze della Maggioranza, che hanno escluso l’ipotesi di formare nuovi Governi in coalizione con Italia Viva, qualora i renziani decidessero di far cadere il Governo in carica.

Una situazione tesa e di difficile soluzione, in un momento particolarmente delicato per il Paese: tra contagi in crescita, terza ondata in arrivo e crisi di Governo, i prossimi giorni saranno fondamentali per capire come andranno le cose nei mesi a venire.

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