Nicola Zingaretti: se cade Conte elezioni subito e alleanza con il Movimento 5 Stelle

La verifica di Maggioranza aperta dal Premier Giuseppe Conte potrebbe portare ad una crisi di Governo dagli esiti imprevedibili. E mentre Renzi gioca la sua partita personale, Zingaretti attende gli sviluppi convinto che il Pd possa affrontare le prossime elezioni in alleanza con il Movimento 5 Stelle. 

Il piano Zingaretti: se cade Conte elezioni e alleanza Pd - Movimento
Nicola Zingaretti/Facebook Nicola Zingaretti

L’esisto della verifica di Maggioranza aperta nelle scorse settimane dal Premier Giuseppe Conte rimane incerto. Non è un caso caso che, tra le forze di Governo, si ragioni da giorni sui vari scenari possibili: tutti coinvolti in una partita a scacchi in cui nessuno è a conoscenza delle reali intenzioni dell’altro. E se da qualche settimana Matteo Renzi ha deciso di prendersi il centro della scena in un crescendo di minacce all’Esecutivo, sul fronte del Partito Democratico il segretario Nicola Zingaretti sembrerebbe aver optato per un approccio diverso, caratterizzato da molti silenzi e dal mantenimento di un basso profilo. L’obiettivo principale, dalle parti del Nazareno, è duplice: da una parte evitare che il Pd appaia come subalterno alle mosse di Italia Viva, dall’altra non passare come il partito dello status quo, quello che vuole mantenere in piedi il Governo ad ogni costo.

Che i problemi del Governo siano numerosi e gravi, Zingaretti lo sa bene: l’Esecutivo è immobile, le polemiche interne – Mes in testa – sono laceranti, la realizzazione del programma varato nell’estate 2019 è in gravissimo ritardo e la bozza di governance per la gestione dei fondi che arriveranno dal programma Next Generation EU non ha convinto praticamente nessuno. Per questo nel Pd si aspettano un cambio di passo da parte del Premier: una maggiore disponibilità a rivedere collegialmente i dossier più importanti, una più netta predisposizione a trovare compromessi sulle questioni principali. Magari, anche la voglia di rivalutare la squadra di Governo, all’interno della quale non sono pochi i Ministri che appaiono oggi in difficoltà.

Cambiamenti netti, ambiziosi, decisamente non scontati. Anche perché, tra i dem, cresce la convinzione che questa volta le grida scomposte di Renzi non rappresentino – come sempre è stato fino a questo momento – un bluff: l’ex sindaco di Firenze è davvero disposto ad aprire ufficialmente la crisi. Il leader di Italia Viva, d’altra parte, non ha alternative: il progetto politico di un suo partito personale è – risultati elettorali alla mano – sostanzialmente fallito e mantenere in vita fino a fine legislatura un Governo in cui ricopre un ruolo marginale non avrebbe senso. E se, di fronte ad una crisi, Zingaretti non avrebbe dubbi – vedendo come unica strada percorribile il voto anticipato – l’ex sindaco di Firenze sembra di tutt’altro avviso: Renzi tira dritto e garantisce che qualora Conte dovesse cadere, il Parlamento sarebbe senz’altro in grado di trovare i numeri per sostenere un nuovo Governo. L’emergenza sanitaria in corso e la necessità di mettere a punto i progetti per l’utilizzo dei fondi europei – sostiene il leader di Italia Viva – impongono una soluzione diversa dalle elezioni, che farebbero perdere mesi preziosi ad un Paese già in crisi. A questo non è possibile non aggiungere un elemento ulteriore, quello che alla fine potrebbe risultare decisivo: da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, passando naturalmente per Italia Viva, sono molte le forze politiche preoccupate dall’esito di un eventuale ritorno alle urne.

Sul fronte opposto si registra la calma fermezza di Zingaretti, convinto che una corsa elettorale unitaria di Pd e Movimento 5 Stelle possa rappresentare la grande novità nello scenario politico nazionale. In realtà, anche in questo senso le perplessità non mancano: non è detto, infatti, che il Movimento possa metabolizzare una scelta del genere, visto che il malcontento dell’area più vicina ad Alessandro Di Battista non è certo un mistero. Le alternative, però, per i grillini, rischiano di essere anche peggiori: un Governo tecnico insieme a Berlusconi, Renzi e Salvini o una corsa al voto in solitaria, con il rischio di veder confermato alle politiche il pessimo risultato conseguito alle amministrative.

Zingaretti aspetta e lascia fare. Dal suo punto di vista, le opzioni in campo sono soltanto due: o Conte dà una svolta al Governo in carica, rinnovando fiducia ed energie per arrivare fino al 2023, oppure una nuova sfida elettorale al Centrodestra. Che il Pd, secondo il suo segretario, è pronto ad affrontare con i nuovi alleati pentastellati.

 

 

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