Il virologo Di Perri spera che il Governo proibisca alle persone di incontrarsi a Natale

In vista del Natale, Giovanni Di Perri – responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino – prende una posizione molto netta: “Sconsiglio assolutamente di incontrarsi. Spero venga proibito”.

Il virologo Di Perri al Governo: "Proibire alle persone di incontrarsi"
Giuseppe Conte/Facebook

Nel dibattito, cui stanno partecipando virologi e politici, sui comportamenti e le misure da adottare in vista di questo atipico Natale 2020 s’ inserisce anche Giovanni Di Perri, responsabile Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Raggiunto telefonicamente dal quotidiano La Stampa, Di Perri ha espresso la sua personale posizione sulle restrizioni che il Governo dovrebbe introdurre per far sì che le imminenti festività natalizie non rappresentino un’occasione di grande diffusione del Coronavirus. Il virologo propone “ricette” ben più severe di quelle lasciate immaginare, negli ultimi giorni, sia dal viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri che dalla sottosegretaria Sandra Zampa. Di Perri, infatti, prende una posizione molto netta: in assenza di informazioni sulla negatività delle persone con cui si hanno contatti, è assolutamente sconsigliato incontrarsi: “Spero che venga proibito” – dice, suggerendo all’Esecutivo di vietare a parenti e amici la possibilità di vedersi in occasione delle feste. Questo allo scopo di superare quanto prima  questa situazione e far, così, ripartire il prima possibile l’economia. Secondo l’esperto esiste il rischio concreto che le tradizionali riunioni di famiglia che caratterizzano il periodo natalizio possano riportare l’Italia al punto di partenza nella lotta ai contagi. Un po’ come avvenne alla fine dell’estate, con l’ondata di contagi di chi rientrava dalle vacanze.

Una riproposizione dei fatti avvenuti nei mesi scorsi che, secondo Di Perri, sarebbe aggravata dal fatto che in questa stagione, con il freddo che impone di ritrovarsi all’interno di case e locali, il rischio che il virus si diffonda diventa molto più alto. Secondo il virologo, infatti, all’interno di una casa – di un locale chiuso, dunque – la presenza di una persona il cui respiro contenga il virus fa si che questo venga continuamente immesso in circolazione, finendo nell’aria che tutti i presenti respirano e rischiando quindi di dare luogo ad un focolaio di infezione. A poco servirebbero, stando al chiuso, le misure di distanziamento interpersonale e la precauzione di areare spesso i locali aprendo le finestre: “Sempre meglio di niente“, dice Di Perro, “ma io sconsiglio vivamente di incontrarsi“. Diverso, naturalmente, il discorso per le attività che si svolgono all’aperto, dove la riduzione dei rischi è significativa.

Il medico dell’Amedeo di Savoia che venti giorni fa aveva previsto l’incremento dei contagi – la curva salirà aveva detto parlando con Repubblica – sottolinea ancora una volta la necessità di un intervento normativo che vada nella direzione di proibire il più possibile gli incontri tra persone non appartenenti ad uno stesso nucleo familiare. Qualora questo non avvenisse, e si decidesse di partecipare ad incontri con persone non conviventi, Di Perri consiglia il ricorso preventivo al test rapido, così da avere la certezza – in caso di negatività – di non essere esposti al rischio di contagiare gli altri presenti. Questo test, spiega il virologo, “non dà una garanzia assoluta“, visto che è stato dimostrata una minore sensibilità rispetto al tampone. Tuttavia è in grado di dare un responso nel giro di 15 minuti e, conclude Di Perro, “E’ sempre positivo in caso di quantità di virus medie o alte. Questo significa che è capace di identificare i diffusori“.

 

 

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