Di Maio giura, non c’è stato riscatto. E la vita di Silvia Romano potrebbe essere in pericolo

Dopo le minacce ricevute da Silvia Romano, la procura di Milano ha disposto misure di sorveglianza. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio invita gli italiani a non credere a quanto sostenuto dai rapitori in merito ad un presunto riscatto ricevuto.

La procura di Milano è convinta che le minacce ricevute da Silvia Romano non siano soltanto parole al vento. Per questo motivo, la casa della giovane è sotto sorveglianza da parte delle forze dell’ordine. Meglio prevenire che curare, questo devono aver pensato gli inquirenti che stanno analizzando in questi giorni i tantissimi insulti ricevuti dalla volontaria. Molti non hanno digerito bene la notizia – non confermata dal Governo – del pagamento di un riscatto pari a 4 milioni di euro in un momento di difficoltà economica per la Nazione e hanno ritenuto di sfogarsi contro la ragazza. Alberto Nobili, capo dell’Antiterrorismo, afferma: “Molte persone hanno creato account fake per insultare Silvia Romano. Prendono di mira anche la sua conversione”- riporta Fanpage. Il passaggio all’Islam della giovane, argomento di discussione in questi giorni, è un altro degli aspetti della vicenda che ha sollevato parecchi malumori. Adesso, gli uomini di Nobili hanno l’ingrato compito di leggere migliaia di messaggi offensivi di tipo minatorio e capire quali di questi possano costituire minacce concrete alla salute della ragazza. Al momento Silvia Romano è a casa, in quarantena obbligatoria per il rischio Covid-19. Secondo Il Corriere della Sera la ragazza non è preoccupata dalle tante ingiurie ricevute e ha dichiarato: “Non arrabbiatevi per difendermi. Sto bene”.

Le misure di sorveglianza sono scattate dopo un episodio controverso: una bottiglia sarebbe stata lanciata verso il palazzo dove abita la ragazza. Lo zio di Silvia garantisce che si tratterebbe di una bravata che non ha nulla a che fare con sua nipote: “Due ragazzi hanno lanciato una birra in aria che è poi finita in mille pezzi. Ci sono le immagini delle telecamere” – ha dichiarato l’uomo. A questo episodio avrebbe fatto seguito l’intrusione di uno sconosciuto nel palazzo che cercava Silvia. E’ stato allontanato senza che fosse necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Anche se i due episodi sono ancora da chiarire e non hanno avuto nessuna conseguenza sulla quotidianità di Silvia, la videosorveglianza generica radiocontrollata portata avanti dagli agenti della Polizia di Milano va avanti. E – riporta il Corriere della Sera – i carabinieri del Ros hanno perquisito la sede di Fano di Africa  Milele, la Onlus con la quale Silvia era partita per l’Africa nel 2018. E’ stata acquisita documentazione sulle attività della Onlus. Ma il controllo è anche finalizzato a verificare le condizioni di sicurezza nelle quali si trovava la giovane al momento del rapimento. Infatti la ragazza ha dichiarato di essere stata lasciata “sola e allo sbaraglio“.

Intanto il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio – riferisce Il Fatto Quotidiano –  ha nuovamente negato il pagamento di una somma di denaro per riportare a casa Silvia, supportando quindi le dichiarazioni del governo che parlano di un’operazione segreta studiata con i militari turchi. “A parlare del riscatto è stato un portavoce di Al Shabab, un terrorista. Voi credete a un membro di un gruppo di assassini o allo Stato italiano?”. Ha detto il Ministro. In realtà, hanno confermato il pagamento di un riscatto anche uomini vicini al governo somalo. Non sarebbe la prima volta che il governo italiano viene sospettato di aver sborsato soldi per salvare un cittadino da gruppi terroristici.

Fonte: Fanpage, Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera

Impostazioni privacy