Antonio Nagaro, imprenditore, si è impiccato nei capannoni della sua azienda

E’ una tragedia immensa, che porta dolore nelle strade campane: il suicidio di un imprenditore oppresso dalla crisi

E’ un vero e proprio dramma quello che stanno attraversando gli imprenditori in questi tempi difficili, in cui il Coronavirus ha piegato le piccole e grandi attività senza distinzioni. Si tratta di un danno economico non indifferente e da cui rialzarsi sarà difficile. Tante sono le preoccupazioni sanitarie in questi mesi ma a queste si aggiungono così velocemente quelle economiche – due aspetti che, purtroppo, vanno di vari passo l’uno con l’altro.

Della stessa opinione è anche la Stampa che qualche settimana fa riportava un esempio, drammatico ma rappresentativo, delle conseguenze economiche del Covid-19: si parlava di piccoli esercenti, già avviati verso un declino economico rapido e senza sbocchi.  Fino a due giorni fa tutta l’Italia era casa, in attesa di tempi migliori: i bambini non andavano a scuola – come accade tutt’oggi – si usciva raramente per fare la spesa. Si è usciti di casa per le strette necessità, non per portare uno stipendio a casa – le spese, invece, restano sempre le stesse. “L’imprenditore stesso è meno tutelato dei propri indipendenti”, spiega Luisella Fassino, presidente dell’ordine di consulenti del lavoro di Torino.” Tutte le attività che per decreto sono state chiuse per l’emergenza rischiano seriamente di non riaprire più. “È vero che possono fare ricorso agli ammortizzatori sociali per superare il periodo ma questo è uno strumento che allevia solo i costi del personale e non gli altri costi. I crediti di imposta arriveranno tra tanto tempo e in questo momento il portafoglio è vuoto. Non si può aspettare la dichiarazione dei redditi del 2021 per mangiare”. Si diffonde in questo mondo uno stato di nervosismo e di ansia collettivo, che porta i vari imprenditori a fare i conti e cercare di tirare ancora un po’, fino a quando l’emergenza non sarà finita. Ma, in quel momento, sarà davvero tutto finito o sarà proprio allora che incominceranno i veri disagi economici?

Un quesito analogo, evidentemente, se l’era fatto anche un piccolo imprenditore di Napoli – riporta l’Ansa. Le risposte che si era dato però non devono aver concesso nulla alla speranza e, ieri sera, si è suicidato perchè oppresso dalle difficoltà. Si è tolto la vita impiccandosi nei capannoni della sua azienda, situata alla periferia est di Napoli, quando ormai aveva perso tutte le speranze: il Coronavirus aveva contribuito a disilluderlo, creandogli un malessere tale da non trovare alcuna soluzione. La notizia arriva dalla famiglia che lancia l’allarme quando, in serata, non lo vede fare ritorno, e oggi le forze dell’ordine ne hanno scoperto il corpo. Antonio Nagaro, 58 anni, ha lasciato una lettera d’addio per spiegare come il suo tragico gesto sia legato a motivi di natura familiare ed economica, per via del lockdown derivato dalla pandemia.”Antonio era il simbolo della legalità” racconta un amico al Corriere della Sera:era un riferimento positivo. Se lo Stato non interviene prontamente, ci saranno altri casi come il suo. Per un imprenditore è dura sentirsi umiliato. Se ci sono le tasse ci devono essere anche gli aiuti concreti nel momento del bisogno”. Un altro caso straziante, dopo quello di Carmelo Serva, un ristoratore che qualche giorno fa ha deciso di farla finita.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, venuto a sapere di quanto accaduto, nell’incontro con Rete Impresa Italia ha espressione le proprie condoglianze ai familiari, definendola una “dolorosa notizia”: “Non conosciamo ancora i dettagli, siamo vicini alla famiglia” Ha poi proseguito affermando di essere consapevole delle grandi difficoltà in cui versa l’Italia, insistendo sulla necessità di lavorare insieme per ottenere il decreto di legge sulle misure economiche.

Simona Contaldi

Fonte: Stampa, Ansa

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