Coronavirus, il Forlanini ha 2.500 posti letto ma non riapre. L’ex primario: “Uno scempio”

Massimo Martelli, ex primario dell’ospedale Forlanini di Roma, si scaglia contro i politici colpevoli di aver distrutto negli anni il sistema sanitario. La riapertura del nosocomio potrebbe essere una risorsa per fronteggiare l’emergenza Covid-19, ma la proposta è stata bloccata dalla Regione Lazio. 

 

Riaprire l’ospedale Forlanini di Roma per rispondere all’emergenza Coronavirus. Questa la petizione lanciata in questi giorni e supportata da molti partiti tra cui Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 stelle, con l’appoggio del Primo Cittadino di Roma Virginia Raggi. La struttura dispone di una superficie di 3 mila metri quadrati, con una capienza per circa 2500 posti letto, e potrebbe essere adeguata in pochissimo tempo, così da aumentare il numero dei posti disponibili per la cura dei malati da Covid-19 o per la quarantena dei soggetti in osservazione. Tuttavia, la richiesta della riapertura è stata respinta fermamente dalla Regione Lazio.

“Il Forlanini era deserto già negli anni ’90, e da allora è senza alcuna forma di manutenzione. Siamo nel 2020, creare un reparto attrezzato in pochi giorni, per curare malati gravi, in una struttura che cade a pezzi e da ristrutturare da cima a fondo è da folli”, si legge in un comunicato su Salute Lazio. Su Twitter, la notizia viene definita nient’altro che una fake news.

L’ex primario del Forlanini, il Professor Massimo Martelli, si è scagliato contro la posizione della Regione, durante la diretta di Radio Radio. “Certo che l’ospedale si può aprire, ma non tutto, anche perché è immenso, è una città. Sono 18 ettari di terreno”, ha affermato il medico. Tuttavia, almeno una parte, potrebbe essere riadattata per aumentare i posti letto in terapia in terapia intensiva che, come sappiamo, è uno dei maggiori problemi a cui si deve far fronte. In assenza di farmaci e di un vaccino, l’unica cosa che potrebbe aiutare è far sì che le strutture sanitarie possano quantomeno reggere l’impatto di pazienti che, ogni giorno, aumentano esponenzialmente.

“Dei politici non perdono nessuno: hanno distrutto la sanità e si va avanti solo grazie ai medici e agli infermieri. Abbiamo bisogno di un supporto di terapia intensiva, medici e infermieri sono stressatissimi, e allora quello che dico io è: aprite dove potete aprire!”, afferma Martelli che poi ricorda, tra gli altri danni al sistema sanitario, la chiusura del San Giacomo, al centro di Roma. “Gentaglia, perché sono gentaglia. Quanto al Forlanini, ci sono degli spazi immensi vuoti che si potrebbero usare, così come è stato fatto a Milano con l’aiuto di Bertolaso, chiamato in supporto del Presidente Attilio Fontana. La crisi del sistema sanitario sarebbe cominciata a metà degli anni ’90, quando sono stati fatti dei tagli. “Come mai la regione Lazio ha circa 10 mila posti letto istituzionali e 10 mila accreditati? Perché evidentemente noi siamo andati a chiudere quelli istituzionali per poi andare ad aprire quelli privati”, risponde Martelli.

Tra le altre notizie trapelate in rete, c’è la possibilità che il Fornalini vada alle Ong nel 2021. “Ma stiamo scherzando? – ha commentato Martelli – Sono dei delinquenti! Che mi denuncino! Non si devono permettere di giocare con il bene comune!. Poi, passa all’attacco di Zingaretti:Vi ricordate la reazione di Zingaretti quando ci furono i 2 casi dei cinesi a Roma? Ha fatto una risatina… Cogl**ne! Non sapevi che diffusione poteva avere!”

“Sarà una lunga guerra”

Circa l’ipotesi di chiamare giovani neolaureati per incrementare il personale sanitario, Martelli dice no: “La rianimazione è una cosa estremamente seria, io richiamerei quelli che hanno diretto reparti, che sanno quello che si deve fare. Un neolaureato non può far fronte a un problema così serio”. La situazione è per l’ex primario gravissima e, a suo dire, non finirà da qui a quindici giorni. Anzi, continuerà a lungo. Proprio per questo, bisognerebbe creare dei posti di terapia intensiva e subintensiva per poter salvare più persone possibile.

Il virus passa in maniera blanda, come un’influenza, ma le conseguenze sono serissime. Questa è una guerra, peggio di una atomica. La fregatura è che il nemico non lo vedi!”, ha proseguito. “E’ caccia all’untore, per cui ottima la decisione del Presidente di bloccare l’Italia, peccato che non è stato supportato per farlo 15 giorni prima“, ha concluso.

 

Fonte: Radio Radio, Salute Lazio, Salute Lazio Twitter

Impostazioni privacy