Nicola Zingaretti: “Se si votasse domani il PD sarebbe il primo partito”

Il segretario del PD Nicola Zingaretti sembra piuttosto fiducioso nonostante la sconfitta alle elezioni regionali in Umbria. Addirittura dice che il PD sarebbe il primo partito se si andasse ad elezioni.

Nicola Zingaretti PD voto - Leggilo.Org

Una cosa è certa quando si tratta del voto: non perde mai nessuno. Persino quando l’esito è inequivocabile – e nel caso delle elezioni regionali in Umbria pare proprio che lo sia – non si vuole rinunciare a dire “abbiamo comunque vinto noi”. Ad averlo detto non è uno qualsiasi, ma il segretario del PD Nicola Zingaretti, che prima parlava di deriva, poi ha cambiato rotta dicendo addirittura – come riporta Adkronos di un’intervista a SkyTg24: Se si dovesse votare domani il PD è il primo partito, avrebbe più deputati e senatori alla Camera e al Senato, non sarebbe così per gli altri partiti, ma noi diciamo no, prima l’Italia”. E “l’Umbria ha confermato che siano una forza indispensabile per l’alternativa e anche per il governo”. Bisogna capire quale film abbia visto dato che il PD ha preso – come ricorda Il Fatto Quotidiano – il 22,3% mentre la Lega il 36.9%.

Zingaretti: “No al voto”

Sembra uno Zingaretti molto convinto quello che ha parlato ai microfoni di Skytg 24, ribadendo che non si andrà al voto: “Io avevo capito che abbiamo deciso al 110 per cento di governare per tre anni con questa maggioranza, sono d’accordo a farlo, però questo significa  – ha spiegato – che devono smetterla di creare tutti i giorni problemi, gli italiani non ne possono più, questo non è credibile e dà a Salvini grande forza”. E lo chiarisce ancora più forte sulla sua pagina di Facebook: “Gioco di squadra, impegno per lo sviluppo e il lavoro, lotta alle disuguaglianze sociali, rivoluzione verde, scuola e formazione. L’Italia dalla maggioranza e dal Governo si aspetta questo. Solo così si sconfigge la Destra, dando risposte e speranza alle persone. Stop furbizie, ipocrisie, sgambetti, litigi, piccolezze. Ora è tempo di credibilità per ricostruire fiducia e speranza”. E ancora: “L’incertezza quotidiana è il modo migliore per regalare l’Italia alle destre e condannare le italiane e gli italiani a un inesorabile declino senza neanche combattere. Per noi democratici non si governa per occupare poltrone litigando tutti i giorni, ma per costruire un altro tipo di futuro. Per noi governare non è un privilegio, è responsabilità. Solo condividendo questo spirito è utile andare avanti”.


Una posizione che non sembra, almeno a livello locale da Luigi Di Maio che non intende allearsi col PD per le prossime regionali di Calabria e Emilia Romagna. E lo pensano – secondo un sondaggio effettuato da Noto Sondaggi per il Resto del Carlino – pure gli Italiani. Complici i dissapori sulla manovra finanziaria, dall’inizio del Conte bis il PD ha perso circa 5 punti, il M5S 3,5 Leu 1 punto. Italia Viva, il partito di Renzi, avrebbe circa il 6% degli elettori, anche se il saldo resta comunque negativo: -3,5%. La Lega, invece, che era calata di cinque punti dopo l’apertura della crisi di governo in agosto, è ritornata al  33,2%, mentre il partito della Meloni continua a crescere arrivando al 9%. Anche Forza Italia, pur lontana dai numeri degli anni scorsi,  è aumentata di circa 2 punti. Saldo più che positivo di un +6,7%.  Inoltre, per il 55% degli elettori il governo cadrà entro massimo un anno, solo il 13% pensa che arriverà al 2023, nonostante l’ottimismo del Premier Conte. 

 

Fonte: Adkronos, Il Fatto Quotidiano, Il Resto del Carlino, Nicola Zingaretti Facebook

 

Impostazioni privacy