Luigi Di Maio “E’ entusiasmante governare con il PD”

Luigi Di Maio si dichiara entusiasta del programma di Governo giallorosso. Ma aggiunge che non sono intenzionati a parlare di alleanza regionale con il PD.

Luigi Di Maio, PD esperienza entusiasmante - Leggilo

Nonostante circolino voci sui primi disaccordi tra M5S e PD  come nella riforma sul taglio dei Parlamentari, il nuovo Ministro degli Esteri, nonché leader del M5S, Luigi Di Maio si dichiara entusiasta di questo “esperimento di Governo”. Come riporta Adnkronos, il pentastellato, a margine della presentazione della scuola di formazione Open di Comuni di Rousseau, ha dichiarato “Ciò che conta non è l’alleanza in sé. Ciò che è importante è quello che abbiamo inserito nel programma di governo. Tra 5 anni l’Italia sarà un Paese molto più green. Noi puntiamo allo spegnimento di tutte le centrali a carbone e al blocco di tutte le trivellazioni petrolifere in terra e in mare. Il nostro obiettivo è diventare un Paese 100% rinnovabile“. A fronte di chi accusa il M5S di essere contro l’autonomia delle Regioni, Di Maio non si sbilancia e si limita a dire che è nell’interesse del nuovo Governo fare in modo che ogni regione sia amministrata bene in modo da migliorare la qualità di vita dei cittadini. Ma- riferisce l’Ansa – nonostante l’entusiasmo per questa nuova esperienza di governo, il Ministro dichiara “Per il momento l’alleanza con il PD a livello regionale non è una nostra priorità. Non ha senso per ora parlare di alleanza. Pensiamo al programma e non a sostenere un candidato o un altro.” Il giovane leader dei Cinque Stelle, infatti, ritiene opportuno valutare la “storia politica” di ogni Regione prima di stringere eventuali alleanze. Le precisazioni del leader Cinque Stelle arrivano dopo che il Movimento, nei giorni scorsi, ha espressamente rifiutato la proposta di Zingaretti e Franceschini.

Un mix di prudenza e strategia che lasciano presagire la ferma intenzione del M5S di andare a prendersi quelle regioni ancora diffidenti. A questo punto, tuttavia, c’è da chiedersi se il Movimento anteporrà la coerenza con la linea di governo agli interessi delle singole regioni. Come fronteggeranno, ad esempio, la spinosa questione “autonomia”? Asseconderanno le richieste di Veneto e Lombardia pur di salire in Regione o resteranno fedeli a quanto si stabilisce a Roma? Domande senza risposta, al momento mentre si registra, a poche ore dalla presa di distanza del leader pentastellato, un’apertura sulle Regionali che suona, di fatto, come un’apertura al Partito Democratico, sebbene indiretta. Il piano di Di Maio è svelato dal leader stesso, in una lettera alla Nazione: “Per rigenerare il patto di fiducia cittadini-istituzioni -scrive con riferimento alle prossime Regionali in Umbria –  c’è bisogno che tutte le forze politiche di buon senso facciano un passo indietro e lascino spazio a una giunta civica, che noi saremmo disposti a sostenere esclusivamente con la nostra presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati o altri incarichi. Ovviamente ci aspettiamo che tutti gli altri facciano lo stesso. Qualcuno parlerà di alleanze o coalizioni, ma non si tratta di questo. Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico e con un programma comune. Ma senza pretendere nulla sulla composizione della giunta e sulle dinamiche del governo regionale. Le forze politiche saranno solo in consiglio regionale con i propri gruppi” spiega Di Maio che propone, in buona sostanza, un’alleanza mascherata o perlomeno un accordo di desistenza con il PD al fine di creare una sorta di governo tecnico locale, di fatto sostenuto dalla stessa maggioranza giallorossa che ha varato la compagine di Governo. Di Maio sottolinea il progetto politico con queste parole: “Tutte le forze che credono nel bene comune di questa regione facciano un passo indietro, rinunciando ai propri candidati presidente, e mettano fuori dalle liste quei candidati che hanno avuto a che fare con il passato di questa regione e gli impresentabili. Chiediamo che sottoscrivano insieme a noi un appello ai cittadini, proponendo alle migliori risorse di questa regione di farsi avanti. Chiedendo a una personalità all’altezza di proporsi come candidato presidente. Sosteniamolo e diamogli autonomia piena per formare una squadra di super-competenti, senza interferenze della vecchia politica. Noi svolgeremo il nostro ruolo in Consiglio regionale“. Una mossa non priva di abilità, quella a firma Di Maio poco desideroso di dover incassare una prevedibile sconfitta in terra umbra – nel caso in cui il Movimento corresse da solo – e allo stesso tempo determinato ne sottrarsi, almeno in apparenza, ad un’esplicita alleanza con il PD: un abbraccio che potrebbe essere soffocante, sopratutto nel caso in cui l’alleanza di Governo dovesse risultare un passo falso. Ma sebberne l’offerta di alleanza appaia “aperta” e non specificamente rivolta ai Dem un passaggio della lettera a firma Di Maio lascia chiaramente intendere di non voler impostare una campagna elettorale dai toni aspri verso gli alleati di governo. Lo si comprende quando scrive: “ Lo scandalo che ha colpito la sanità non è un tema da usare in campagna elettorale, bensì un momento da tenere ben presente per capire che cosa vogliamo non accada più...”. Il riferimento è al recente scandalo della Sanità umbra che ha coinvolto il Partito Democratico. Ebbene: Luigi Di Maio si guarda bene, nella missiva, dall’attaccare il PD o anche solo dal nominarlo. Uno stile opposto a quello che il leader aveva scelto nell’eterna polemica con il Dem, non da ultimo “il caso Bibbiano” ormai dimenticato dalle parti del Movimento. Una scelta fin troppo accorta, fin troppo da politico “vecchia maniera” e destinata a lasciare il segno, nella percezione del leader pentastellato presso il proprio elettorato. Il risveglio dall’avventura “entusiasmante” per Luigi potrebbe essere drammatico.

Fonti: ANSA, Adnkronos, Nazione

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