Di Maio disse: “Il taglio dei Parlamentari sarà al prima mossa”. Ma la riforma slitta

Taglio dei Parlamentari rimandato perché non prioritario per il PD che auspica il ritorno al sistema elettorale proporzionale.

 

 

Il Governo non ha ancora preso forma ma già s’intravedono punti di discordia tra M5S e PD e tra le diverse anime all’interno del medesimo Partito Democratico. Open riferisce che il taglio dei 345 Parlamentari, misura fortemente voluta dal M5S, sembra ormai essere questione  di secondaria rilevanza. Luigi Di Maio aveva stabilito che il mese di Ottobre dovesse essere il termine ultimo per approvare le riforme. Ma il taglio degli “eletti”, riferisce ANSA, non figura tra le questioni da discutere, almeno fino al 25 settembre quando si terrà la prossima riunione per stabilire la caledarizzazione ed il voto dei lavori parlamentari per il prossimo trimestre. E che si riesca a realizzare entro la tempistica designata sembra ormai improbabile. Del resto non sembra un caso che il Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova abbia sottolineato che l’unica priorità per questo Governo è il lavoro. Il taglio dei parlamentari dunque può attendere, sembra. Il ritardo, come riporta Sky Tg 24, pare ascriversi all’urgenza di completare le ultime nomine dei sottosegretari che ha preso più tempo del previsto.

E ci sono altre priorità all’orizzonte. Il Governo, nelle prossime settimane, sarà impegnato a discutere un pacchetto riforme che includerà la Legge Elettorale, la riforma dei regolamenti di Camera e Senato, l’introduzione di una “sfiducia costruttiva”. In particolare al PD sembra premere un ritorno ad un sistema elettorale proporzionale.  Il Segretario del partito Nicola Zingaretti cerca intanto di mettere a tacere le prime voci di protesta “Non abbiamo ancora deciso nulla, è tutto ancora da discutere. Noi abbiamo chiesto che insieme al taglio dei parlamentari si discuta anche della Legge Elettorale in quanto riteniamo che non sempre il sistema maggioritario garantisca effettiva stabilità“.

Il ritorno al proporzionale spacca il PD

Tuttavia l’eterno dilemma “proporzionale o maggioritario?” rischia di spaccare in due il PD. Infatti, come riferisce Askanews, già si sono sollevate le voci di Romano Prodi e Walter Veltroni. “Solo il sistema maggioritario può garantire continuità al Paese”- sostiene Prodi- ” In questi anni si sono fatte le leggi elettorali pensando al proprio tornaconto anziché al bene dei cittadini. Tornare al proporzionale significherebbe dare un grande potere di ricatto a quei partiti che arrivano giusto al 5%.“- aggiunge Veltroni. Di tutt’altro parere la minoranza renziana che con un sistema proporzionale potrebbe più agevolmente staccarsi dal PD e dare vita ad un partito che li vedrebbe come gruppo autonomo nei due rami del Parlamento.

Nettamente contrari ad un ritorno al proporzionale la leader di FDI Giorgia Meloni e il segretario della Lega Matteo Salvini. Questo voler ritornare al Proporzionale, infatti, sembra un provvedimento “ad hoc” proprio per ostacolare Salvini che il Dem Dario Franceschini ha addirittura definito “un pericolo per la Democrazia“. Dal canto suo il segretario leghista ribatte ” Sappiamo benissimo che questa urgenza del PD di ridiscutere la Legge Elettorale è fatta apposta per dare addosso alla Lega. Infatti sanno benissimo che con il maggioritario noi avremmo la maggioranza in Parlamento.” Il leader del Carroccio preannuncia battaglia e avvisa che nelle prossime settimane potrebbe organizzare una raccolta firme contro il ritorno al proporzionale. Un’opportunità, per Salvini, di attirare su di sé l’attenzione, come fosse in spiaggia, l’estate scorsa, prima di quel giorno fatidico in cui ha deciso di staccare la spina al Governo. E in parte anche a sé stesso. Ora è costretto ad attendere gli errori degli altri. E già se ne vedono all’orizzonte, a partire dalla quella priorità sul taglio dei Parlamentari che sembra sfumare. Sarebbe un passo falso, sopratutto per il Movimento 5 Stelle che sulla riforma – e sui tempi di attuazione strettissimi – ha puntellato molti distinguo nel confronto con il PD prima di dire sì al nuovo Governo. Deludere i propri sostenitori sul tema, già non entusiasti per il matrimonio di convenienza con i Dem potrebbe offrire il fianco a critiche e rimestare malumori mai sopiti. Il cammino si fa da subito accidentato, dunque, mentre Salvini aspetta.

Fonte: Ansa, SkyTg24, Open, Askanews,

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