La Spagna premia Carola Rackete con la medaglia d’onore

Carola Rackete: la Capitana della Sea Watch 3 è stata insignita di un altro premio dalla Spagna, mentre in Italia è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 

Altro che Stati Uniti d’Europa. Qui ognuno fa a proprio modo e alla fine la patata bollente sul tema immigrazione è sempre in mano all’Italia. Tanto più se il nuovo asse Berlino-Parigi – con l’alleanza, sulla stessa linea, del Presidente francese Emmanuel Macron e della Cancelliera tedesca Angela Merkel – sembra insistere sui porti aperti, senza voler farsi carico dei migranti.
Da più parti si plaude al gesto di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3 che ha scelto di attraccare a Lampedusa nonostante il divieto posto in Italia dal Decreto sicurezza bis. Se da noi il Ministro dell’Interno la considera quasi una criminale, c’è chi in Europa la premia per la sua determinazione dell’andare contro le leggi italiane e chi la elegge a modello di comportamento virtuoso.

Ad esempio, in Francia la Rackete ha ottenuto la cittadinanza onoraria come premio per “l’azione importante delle organizzazioni umanitarie nell’aiutare i migranti”. In Spagna invece il Parlamento della Catalogna le ha assegnato la Medaglia d’Onore, nella categoria oro, come ha dichiarato lo stesso organo politico sul suo account Twitter. Il riconoscimento è stato proposto dal Presidente dell’assemblea, Roger Torrent.

Si tratta insomma di un altro schiaffo per il nostro Paese e per l’Europa, che dovrebbe essere unita di fronte ad un’emergenza tanto grave da non dover essere accollata solo all’Italia. E’ facile conferire riconoscimenti, un po’ meno essere in grado di far fede con i fatti anche alle tanto belle parole che i politici stranieri sono abituati a pronunciare ma che non sono – a questo punto – poi tanto credibili. Intanto questa mattina, come riporta Ansa, la 31enne tedesca è stata ascoltata in Procura, ad Agrigento, nell’ambito del primo fascicolo d’inchiesta a suo carico, riguardante il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra. A sentirla ci saranno il Procuratore aggiunto Salvatore Vella e i Pubblici ministeri Alessandra Russo e Cecilia Baravelli. La capitana tedesca è arrivata a piedi, con i suoi avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini senza rilasciare dichiarazioni.

Dal secondo procedimento, scrive Rai TGR Sicilia, scaturito dalla forzatura del blocco e dall’ingresso nel porto di Lampedusa urtando una motovedetta della Guardia di Finanza, Carola Rackete era temporaneamente uscita il 2 luglio, dopo la decisione della GIP Alessandra Vella di non convalidare la misura degli arresti domiciliari disposta dalla Procura di Agrigento. Tuttavia per questa decisione l’ufficio diretto da Luigi Patronaggio ha presentato ricorso, ritenendo errate le conclusioni del GIP a fondamento dell’ordinanza favorevole alla Rackete. “Non si puo’ ritenere sussistente la scriminante dell’avere adempiuto a un dovere visto, che i migranti erano in sicurezza nella rada con la massima assistenza delle autorita’ che avevano anche disposto alcuni sbarchi per motivi sanitari“, e’ la tesi della Procura nel ricorso in Cassazione in cui si chiede di annullare l’ordinanza del GIP. Un documento articolato in diciotto pagine e quattro principali motivi in base ai quali l’arresto della Comandante doveva essere convalidato per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e resistenza o violenza a nave da guerra. Tuttavia, anche nel caso di accoglimento dell’istanza la decisione con comporterebbe comunque alcuna misura a carico della Rackete perché’ non c’e’ stato dalla Procura alcun ricorso al Tribunale del riesame.

 

Fonte: Ansa, Parlament de Catalunya Twitter, Rai TGR Sicilia

 

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