Chef Parisi: “Con il reddito i giovani non lavorano più, guadagnano senza far niente”

L’estate 2019 sembra destinata ad essere ricordata per il vuoto di lavoratori stagionali disposti a lavorare negli stabilimenti balneari, nei ristoranti, e nei negozi. Mancano cuochi, bagnini e camerieri. La colpa? Né delle paghe né dei turni stremanti: ma del Reddito di cittadinanza. 

Pietro Parisi reddito di cittadinanza - Leggilo

Colpa del reddito di cittadinanza – non delle paghe misere o dei turni infiniti – se non si trovano più persone disposte a lavorare. Il reddito di cittadinanza sembra essere il caso dell’estate, viste le lamentele giunte per la mancanza di lavoratori stagionali. Il primo a lanciare l’allarme era stato il Sindaco di Gabicce Mare, che aveva denunciato la difficoltà di trovare spiaggini disposti a lavorare sugli stabilimenti balneari. Gli aveva fatto eco l’ex Premier Matteo Renzi, insistendo sulla causa di tutto: il reddito di cittadinanza che invoglia i giovani a non lavorare. L’ultimo grido d’allarme è stato lanciato da Pietro Parisi, il cuoco che ha rinunciato alle cucine in giro per il mondo per tornare nella sua terra, in campania.

In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Dubbio, lo chef ha fatto notare come “con il Reddito la gente che lavorava, la manovalanza, i lavapiatti, gli uomini delle pulizie, sono spariti. Se ne stanno a casa, lavorano solo nei weekend, se gli va. Tanto guadagnano lo stesso”. Il cuoco ha insomma palesato le difficoltà nel trovare personale disposto a lavorare nel suo ristorante visto che i ragazzi, disoccupati, si accontentano del reddito arrotondando con lavoretti saltuari nel weekend. Con pochi giorni di lavoro, infatti, riescono a superare i mille euro di stipendio: per questo, rinunciano al lavoro fisso e puntano sugli extra, specie il sabato e domenica. “Bastano quattro domeniche e arrivi a 400 euro più i sei-settecento del reddito di cittadinanza, guadagni più di prima lavorando quattro giorni al mese. Il reddito di cittadinanza è una pacchia”, denuncia Parisi.

Il sistema del reddito, tra l’altro, mette a rischio sia chi lavora pur percependo il reddito sia chi non mette in regola il lavoratore che, ovviamente, non vuole pagare contributi e ne approfitta, spiega il cuoco partenopeo. “Le cucine si stanno svuotando dell’anima. Chi guadagnava 900 euro al mese, lavando i piatti, facendo le pulizie, insomma la manovalanza, che è la ricchezza di un ristorante, ora se ne sta bellamente a casa. Hanno ottenuto il reddito di cittadinanza, chi 600, chi 700, e se ne guardano bene di sfacchinare tutta la giornata. A’ cazzimma ormai la fa da padrona“, prosegue.

Infine, lo Chef denuncia la crisi dei lavoratori, non del lavoro, specie nel napoletano. “Sui grossi lavori c’è sempre richiesta supplementare di manodopera. Basta che ti fai un servizietto a settimana, vai ad aggiustare qualcosa in un appartamento, fai le mattonelle nel bagno, ecco che tiri fuori la giornata e sommi al reddito. Ma sto reddito non dovrebbe durare in eterno”, ha concluso.

Fonte: Il dubbio

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