Parigi: “Sì, sono state trovate armi francesi nella base del generale Haftar”

Sono stati trovati missili francesi nella base di Haftar. Tuttavia, il Ministero della Difesa francese ha negato che le armi fossero state fornite ai combattenti dalla Francia, che tuttavia rimane tra i principali sostenitori del maresciallo Haftar. 

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Che dietro la guerra civile in Libia ci sia l’ombra di Macron non è un mistero. L’instabilità libica che va avanti, ormai, dalla caduta del regime di Gheddfai nel 2011, e proseguita nell’offensiva che vede coinvolto il regime di Haftar da un lato e quello di Serraj dall’altro, sembra nascondere gli interessi di diversi Stati che agiscono per vedere mantenuti saldi i propri domini. La Francia del Presidente Emmanuel Macron sostiene, in modo neanche troppo celato, il generale Haftar tanto da riceverlo – lo ricorda l’Ansa – all’Eliseo qualche mese fa. Al contrario, la maggior parte dei Paesi europei, come l’Italia, è vicina al Primo Ministro Sarraj sostenuto a sua volta dalle Nazioni Unite. Lo scenario di macro alleanze e di lotta tra diversi paesi che cercano di gestire la situazione libica per favorire i propri interessi nazionali – specie per il controllo delle petroliere – diventa sempre più insistente.

L’ultima prova che sembra avvalorare la tesi è la presenza, ammessa da Parigi, di missili in una base usata da forze leali al generale libico Khalifa Haftar, a Gharian. Le armi sono state ritrovate dalle truppe del Premier Fayez al-Serraj dopo la riconquista della località a sud di Tripoli. La notizia del ritrovamento dei missili anticarro era stato diffusa dal New York Times, il quale aveva riportato le conclusioni di un’indagine del dipartimento di Stato, il quale aveva concluso che le armi  in questione erano state vendute a Parigi. Nel 2010 la Francia aveva ordinato a Washington fino a 260 Javelin, prodotti dalla Lockheed-Martin, dal costo di più di 170 mila dollari l’uno, venduti dagli Usa solo a nazioni alleate. Una fonte militare francese avrebbe affermato che i missili, già inutilizzabili, erano stati stoccati temporaneamente in un magazzino in attesa di essere smantellati e non trasferiti alle milizie locali. 

A sua volta, il Ministero della Difesa francese ha negato che sia stata la Francia a fornirli ai combattenti e spiegato che i quattro missili Javelin erano state date in dotazione alle forze francesi, “schierate a scopi di intelligence antiterrorismo” in Libia. Tuttavia, “i missili danneggiati e fuori uso erano stati temporaneamente immagazzinati in un deposito per la distruzione e non sono stati trasferiti alle forze locali”, ha sottolineato il Ministero che ha smentito l’idea che le munizioni siano state vendute o cedute alla Libia. Nulla si sa, però, su come siano arrivate nelle mani dei ribelli filo-Haftar. “Sarebbe un fatto gravissimo, chiederemo spiegazioni: dobbiamo lavorare tutti insieme per pacificare la Libia, non per armare gruppi che poi attaccano obiettivi civili“, dice all’Agi il Vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Fonte: New York Times, Agi, Ansa

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