Migranti, l’idea di Di Maio: “Regalare le barche delle Ong alla Guardia di Finanza”

Guerra ai Benetton e guerra contro le Ong. Sono i due presupposti che Luigi Di Maio, in un post sul blog delle stelle, ha ribadito con forza scagliandosi sia contro l’azione delle Organizzazioni non governative sia contro la società Autostrade. 

Di Maio Ong Benetton - Leggilo

Luigi Di Maio sempre più “salvinizzato”. Si potrebbe descrivere così, con un aggettivo modellato sul cognome del collega di Governo, l’ascesa – o il declino a seconda dei punti di vista – del pentastellato. Ascesa, perché di fatto il Ministro del Lavoro è nei posti alti, a Palazzo Chigi, a dividersi il Governo con il Premier Giuseppe Conte e con Matteo Salvini, prendendone una fetta e accontentandosi di quello che la parte trainante, forte del successo elettorale, è disposto a cedergli. Ascesa perché, dopo essere venuto a patti con l’avversario, il grillino sembra averne assimilato l’influenza cambiando, in parte, l’anima del M5S in cui dovrebbe essere portavoce. C’era chi ne criticava l’alleanza, ancor prima che diventasse effettiva e ha continuato a storcere il naso una volta diventato realtà il binomio Lega-M5S. Di fatto, se è vero che il Ministro del lavoro è riuscito a mettere in pratica le sue promesse elettorali – e l’Istat, più di una volta, gli ha dato ragione – è anche vero che il Movimento sembra essere ad un ripensamento, consapevole della difficoltà a far convivere tutte le anime che lo componevano originariamente. I due Vicepremier si dichiarano spesso guerra ma, a dispetto delle aspettative che puntualmente gridano alla crisi, si riappacificano. E se questo accade è perché Di Maio, l’anello debole, cede all’avversario.

Qualche giorno fa, parlando del caso Sea Watch, Di Maio si era scagliato duramente contro le Ong, descrivendo gli attivisti delle Organizzazioni non governative come di incoscienti che fanno lo show sulla pelle delle persone. Idea ribadita in un post sul Blog delle Stelle: “Bisogna andare avanti a mio avviso e individuare una soluzione affinché quelle imbarcazioni che se ne fregano delle nostre leggi non tornino più in mare già alla prima infrazione. Non si deve aspettare oltre. Stiamo studiando una proposta in questo senso: non si può andare avanti sequestrando e poi dissequestrando la stessa imbarcazione, e sta per accadere di nuovo con la Sea Watch 3″, scrive Di Maio. “Se quella nave torna in mare con un nuovo comandante cosa cambia? Dobbiamo fare in modo che le navi che provocano il nostro Paese, compromettendo anche la sicurezza delle nostre Forze dell’oOrdine com’è accaduto in questi giorni, restino in dotazione allo Stato italiano”, si legge ancora.

Di Maio, quindi, non solo sposa la linea dura in tema migranti del collega leghista, ma cerca di inasprirne i contorni: “Se entri nelle nostre acque violando la legge, perdi definitivamente l’imbarcazione, senza attenuanti e multe che incidono ben poco. Se Forze Armate, Capitaneria o Corpi di Polizia lo vorranno daremo a loro le navi confiscate. Solo in questo modo ridurremo il traffico nel Mediterraneo verso l’Italia. Siamo un Paese rispettoso di tutti, è bene che gli altri inizino a rispettare anche noi”, scrive. In un’intervista al Corriere, tra l’altro, il pentastellato è tornato sulla faccenda del caso Mediterranea, affermando che uno Stato che difende i propri confini, nel silenzio del’Europa, non può dirsi totalmente responsabile di quanto accade in mare. “Non bisogna cadere nel loro gioco, delle Ong. Mentre loro fanno lo show con l’Italia gli scafisti fanno traffico verso le nostre coste”, ha affermato.

Guerra ai Benetton

Il post di Di Maio, indirizzato alla questione migranti e alle Ong, si apre tuttavia con una lunga invettiva contro i Benetton una guerra che dura ormai da un anno: “Ci sono milionari e multinazionali che credono di poter utilizzare le casse dello stato a proprio piacimento e quando provi a togliergli le rendite, iniziano a ricattare. Si sentono forti perché c’è una buona parte della politica e dei partiti che gli hanno fatto e gli fanno da scendiletto”. Poi ricorda il caso del Ponte Morandi: “Non appena abbiamo comunicato l’intenzione di revocare la concessione ad Autostrade tutti questi poteri sono sobbalzati dalla sedia. È nato il partito dei Benetton, che sta federando tutti gli amici degli amici che in questi anni hanno avuto trattamenti di privilegio, a scapito degli imprenditori che ogni giorno si spaccano la schiena. Il partito dei Benetton ha un solo obiettivo, andare contro il Movimento cinque stelle”.

Chiara Feleppa

Fonte: Blog delle stelle, Il Corriere

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