Bagnasco: “L’Europa che ha rinnegato il Cristianesimo è meglio gli Stati nazionali”

Angelo Bagnasco, Cardinale e Presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, si era espresso qualche giorno fa in un’intervista sulle Europee, chiarendo la posizione al riguardo degli esponenti del Vaticano. Le sue speranze, però, sono andate svanite dagli esiti del voto.

Angelo Bagnasco europee - Leggilo

Si sono concluse, ormai, le Elezioni Europee. Gli italiani che domenica si sono recati alle urne – circa il 50% della popolazione – hanno chiuso questa tornata elettorale. L’esito, almeno quello più evidente in Italia, è stata la vittoria della Lega e l’avanzata di Fratelli d’Italia, due forze con molto scetticismo verso l’Europa. Immediatamente dopo, si è registrato un calo – già preannunciato – del M5S e un’avanzata – solo apparente – del PD. Sconfitte Emma Bonino e Cecile Kyenge, sconfitti i buoni propositi degli anti-sovranisti: tutti coloro che si sono fatti portavoce di una fronte, spesso appassionato nei toni per invitare gli italiani a non votare a Destra. Tutto è andato perduto, però, e in questo cumulo di voci, delusioni e malesseri, qualche eco di rimpianto viene anche dalla Cei.

La Conferenza Episcopale Italiana, svoltasi in Vaticano fino a giovedì, ha affrontato diversi temi, avendo per centro quello degli abusi e della pedofilia. Ben presto, però, il raggio di discussione si è allargato fino ad inglobare il tema migranti e anche il voto che, qualche giorno fa, era ancora da decidere. E a sperare nel’Europa c’era anche il Cardinale e Presidente della CCEE – Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee – Angelo Bagnasco: “I vescovi europei credono fermamente nell’Europa unita e auspicano che anche in questa tornata elettorale ci sia una testimonianza concreta che confermi il sogno di un cammino unitario dei padri dell’Europa. La disgregazione dell’Ue sarebbe un disastro per l’Occidente in particolare e per il mondo in generale. Nessuno può augurarsela”.

Le speranze del Vaticano

Dal Vaticano, infatti, si riponevano speranze in un’Europa più unita e più democratica nei suoi organismi, nelle sue funzioni, oltre che più rispettosa per le competenze nelle singole materie: commerci, politica estera, quote di produzione per gli allevamenti, per il latte, per la frutta. Andrebbe rivisto – riporta Avvenire -, anche il concetto di famiglia, il vivere insieme, l’inizio e la fine della vita. Le priorità del prossimo Parlamento Europeo sarebbero dovute essere – aveva detto Bagnasco nell’intervista rilasciata al quotidiano dei vescovi – quelle di “ripensare gli organismi istituzionali dell’Ue, affinché esprimano maggiormente la volontà popolare dei cittadini; semplificare i singoli organismi, per renderli più efficaci; il rispetto delle diversità, che come sempre dice il Papa, devono essere valorizzate, non intese come opposte e contraddittorie”. Le posizioni del Cardinale, già note Agensir sono state ribadite in vista delle elezioni europee.

Il Presidende della Conferenza Episcopale Europea ha sottolineato: “L’Europa ha una missione insostituibile tutta sua, cioè la visione antropologica che qui, grazie al Cristianesimo, ha raggiunto il livello così alto sulla dignità umana. Per quanto riguarda sovranismi e populismi, sono delle patologie. Quindi devono essere assolutamente curate. Mi aspetto che il nuovo Parlamento faccia proprio questo, ragionando con calma sui diversi problemi e convogliando tutto con il dialogo verso il bene comune. Anche le nuove presenze che gli elettori invieranno a Bruxelles”.

Bagnasco si è espresso anche sulla questione immigrazione: Noi vescovi abbiamo dovere di esercitare la nostra missione di pastori della Chiesa. A me comunque pare che non esista una politica migratoria seria a livello comunitario, perché le quote per i singoli Paesi e i contributi finanziari che l’Europa distribuisce, pur necessari, sono in sostanza dei palliativi. Una vera politica migratoria è un’altra cosa. Se poi pensiamo, come si legge in alcune previsioni, che nel 2050 la popolazione africana raddoppierà e arriverà almeno a due miliardi, l’Ue deve con lungimiranza fare una politica molto più ampia, che tenga presente queste prospettive, non per rinchiudersi in politiche difensive contro chissà quali invasori, ma per tener conto dei cambiamenti geopolitici”.

Quanto al problema demografico – su cui il Congresso delle famiglie ha fatto luce, Bagnasco si augura una rivalutazione della famiglia naturale con un papà, una mamma, e dei figli e un’attenzione maggiore alle politiche di sostegno familiare, da incentivare. Il Cardinale ha poi fatto cenno alla questione di Matteo Salvini e dell’utilizzo dei simboli religiosi, su cui già si era espresso: “La realtà e la storia del Continente è ispirata, intrecciata, impregnata di Cristianesimo. Questo atto di onestà intellettuale l’Ue non l’ha voluto fare e ha distorto le sue radici, negandole. Ma quando neghiamo le nostre radici, non sappiamo neanche più dove andare. È bene che il mondo politico sia avvertito di questo pericolo. A volte, invece, ho l’impressione che l’operazione in corso sia quella di cambiare radicalmente il modo di pensare e di sentire. Ma questa è un’operazione contro natura, non è intelligente. Detto questo, è certo, però, che altra cosa è l’uso strumentale dei simboli cattolici. Un uso che va respinto”.


Chiara Feleppa

Fonte: Avvenire, Agensir, Episcoporum Europae CCEE

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