Mare Jonio riparte in cerca di migranti. Papa Francesco: “Sono con voi”

Il sacerdote don Mattia Ferrari è salito a bordo della Mare Jonio per portare avanti la sua missione umanitaria. Infatti, il giovane vuole aiutare i migranti ed è da tempo impegnato nelle associazioni che sostengono i profughi in difficoltà.

Don Mattia Ferrari a bordo della Mare Jonio - Leggilo

La Mare Jonio ha la benedizione di don Mattia Ferrari un sacerdote della Diocesi di Modena che è salito a bordo dell’ombarcazione anche se priva di fedeli.  “In effetti qui sono tutti atei e agnostici”, dice don Mattia, sorridendo. “Ma c’è un bel clima di fratellanza, i ragazzi di Mediterranea hanno un gran rispetto per Papa Francesco. E un fatto è certo: il Vangelo, oggi, passa anche dal Mediterraneo”. Certamente avrà un ruolo nella propaganda antigovernativa, una sorta di testimone privilegiato per contro della Chiesa di Bergoglio.

Un buona notizia per l’equipaggio visto il brutto vento che soffia – dopo la diffida a partire arrivata per il capitano Pietro Marrone e il conseguente fermo dell’imbarcazione dell’Ong Mediterranea. Un impedimento superato da poche ore, con l’imbarcazione di nuovo nel Mediterraneo, diretta nella zona Search and Rescue della Libia: per cercare nuovi migranti da portare in Italia, secondo il copione già noto. Non sono a bordo, della Mare Jonio almeno per il momento Luca Casarini e il comandante Pietro Marrone: “Siamo entrambi indagati e per rispetto non saremo a bordo” ebbero a dire.

Il venticinquenne don Mattia Ferrari è dunque a bordo della Jonio, dove domenica ha recitato la Santa Messa insieme a tutti i ragazzi di Mediterranea, come riportato dall’Adnkronos. Poco male se non credono. “Sono qui” – dice – “per vivere il Vangelo di Gesù accanto a questi ragazzi affamati di giustizia e operatori di pace. Sono qui per portare la vicinanza della Chiesa di Gesù a questi ragazzi che rischiano la loro stessa vita per salvare quella del prossimo, e ai migranti che casomai verranno salvati durante la missione”. Durante la Messa domenicale don Mattia ha voluto ringraziare proprio Papa Francesco per la testimonianza a favore dei migranti, anche nell’ultima Via Crucis. La presenza  del giovane sacerdote sulla Jonio non è casuale: ha avuto infatti il nulla osta de Superiori Ecclesiastici. Prima di salire a bordo ha chiesto e ottenuto il permesso di due arcivescovi: Elio Castellucci di Modena  e Corrado Lorefice di Palermo, oltre al benestare da parte della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana, come riportato da Avvenire.

Don Mattia Ferrari è entrato in seminario a 18 anni, dopo il diploma al liceo classico di Modena. Ma non ha mai ambito alla sacrestia, piuttosto a missioni umanitarie. Così, spesse volte, insieme alla diocesi di Modena e a quella vicina di Bologna ha riunito gli attivisti di associazioni come “Ya Basta” e “Labas” e si è impegnato nell’accoglienza dei migranti. “Essere a bordo delle navi di soccorso fa parte della nostra missione”, osserva don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes. “Nel volto dei migranti noi vediamo il Cristo che ci viene incontro e non possiamo non essere lì dove questi fratelli ci tendono le braccia”. L’appoggio e il sostegno della missione viene anche dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice che parla della presenza del sacerdote come di un bene, “perché i valori del Vangelo e gli uomini di buona volontà si incontrano sempre”.

Sono con voi, Papa Francesco con Luca Casarini - Leggilo

Sono con voi” aveva scritto l’arcivescovo dedicando un libro di Papa Francesco all’equipaggio della nave “Mare Jonio” del progetto Mediterranea nell’aprile scorso. Un segnale, neanche troppo in codice, che veniva dall’alto. . Il libro  donato era proprio un testo di Papa Francesco: “Anch’io sono del Sud”  dedicato al viaggio in Sicilia per il venticinquesimo anniversario dell’uccisione di padre Pino Puglisi. “Mi ha chiesto di condividere il dono con tutto l’equipaggio e di dare un abbraccio a ognuna delle persone che è a bordo” spiegò Luca Casarini dopo l’incontro. Il sacerdote a bordo della nave, poche settimane dopo quel messaggio, è tutto tranne che un caso.

Fonti: Mediterranea Rescue, Adnkronos, Avvenire

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