Mare Jonio, il progetto di De Falco naufraga: fermo e diffida per la nave di Casarini

Una diffida della Guardia Costiera al capitano della Mare Jonio, Pietro Marrone, ha bloccato gli entusiasmi. L’imbarcazione umanitaria era pronta a partire ma dovrà ora ritrarre i remi. 

Casarini Jonio diffida - leggilo

L’abbraccio tra Gregorio De Falco – ex ufficiale di Marina eletto con il M5S e poi espulso – e Luca Casarini – capo missione della Mare Jonio – aveva sancito, qualche giorno fa, la prossima partenza dell’imbarcazione della ong Mediterranea, pronta a rimettersi in mare per salvare vite umane, nonostante le vicende e accuse che l’hanno coinvolta. De Falco aveva parlato della sua partenza come di un “fatto dovuto, così come Casarini aveva detto, prima di fare di testa sua e caricare la Jonio di migranti, di “non obbedire se in mare scatta un forza 7″, cioè una situazione di allarme. Eppure dovranno tutti fare un passo indietro e fermarsi dall’avere buoni propositi.

Infatti, l’unità navale Mare Jonio è stata ispezionata il 19 aprile nel porto di Marsala, in provincia di Trapani. I militari della Guardia Costiera hanno eseguito verifica tecnica sulle condizioni dell’imbarcazione per poter riconvalidare lo statuto di idoneità alla partenza. A seguito di una avaria a un generatore, però, il controllo ha posto un freno agli entusiasmi. Visto che, come ha comunicato Guardia Costiera a seguito dell’ispezione, il comandante è stato diffidato dall’eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile e organizzato fino a nuovo termine, fino a quando cioè la Mare Jonio non venga adeguata alla normativa vigente, come riportato da La Presse. Insomma, se Casarini ha fatto di testa sua anche la nave sembra essere fatta della stessa pasta. Eppure, a guardarsi intorno, ci sono regole da rispettare. In più, l’unità è stata anche sanzionata per alcune irregolarità di bordo commesse proprio da Casarini.

Un atto intimidatorio, secondo la Mediterranea, quello di bloccare l’imbarcazione. “La Mare Jonio è infatti un rimorchiatore e nave da carico della marina commerciale italiana che, come abbiamo dichiarato fin dal principio, svolge attività di monitoraggio e denuncia delle violazioni dei diritti umani, pattugliando il Mediterraneo Centrale”, scrive in una nota la rete di associazioni italiane che supportano Mare Jonio. “Ha diritto e dovere di intervenire in soccorso di imbarcazioni e persone in difficoltà al fine prioritario di salvare vite umane”. Ancora, si legge nella nota, le preoccupazioni dovrebbero essere quelle di salvare i migranti in Libia, più che pensare all’azione della “nave civile”.

La Jonio, il 18 marzo scorso, ha raccolto 49 naufraghi e da allora sono emerse irregolarità sia sulla nave stessa – e su ciò che effettivamente può fare, in base alla sua conformazione – sia su Casarini, risultato indagato per immigrazione clandestina. “Siamo sottoposti ad ogni genere di pressione e tentativo di ostacolare la nostra attività, da ultimo la pretestuosa ispezione operata venerdì scorso a Marsala. Dobbiamo concludere che nel Governo italiano c’è chi avrebbe preferito che quelle 49 persone annegassero?”, continua la nota. Nel mentre, Salvini esulta:  “Dopo lo stop agli sbarchi e le direttive per difendere le acque territoriali, è stata bloccata la Mare Jonio. Si tratta della nave dei centri sociali che pretendeva di dettare legge nel Mediterraneo anche grazie ad alcuni parlamentari eletti con i 5Stelle come De Falco. L’altolà è un’ottima notizia: grazie alle Capitanerie di Porto! Non molliamo e passiamo dalle parole ai fatti”.

Fonti: La Presse, Twitter Mediterranean Rescue

 

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