Candreva stacca l’assegno per la bimba, il padre: “Per il lavoro qui pagano poco”

La famiglia della piccola alunna della scuola elementare di Minerbe, che ha ricevuto per pranzo salatini e tonno, vive in condizioni economiche disagiate. Suo padre, marocchino, parla per la prima volta delle loro difficoltà, mentre Candreva ha mantenuto la parola data.

Antonio Candreva ha versato la retta - Leggilo

Antonio Candrevacuore d’oro”, era stato definito il centravanti dell’Inter dopo che si era offerto di pagare la retta della mensa scolastica alla bimba di Minerbe, Verona, che aveva ricevuto per pranzo solo una scatoletta di tonno e un pacchetto di salatini, dal momento che i suoi genitori non avevano adempito ai loro doveri e non avevano versato il contributo per il servizio mensa. Il Primo Cittadino di Minerbe Andrea Girardi ha comunicato l’avvenuto versamento da parte del calciatore che verrà devoluto alla scuola elementare di via Roma.

Il versamento del calciatore, oltre a coprire la spesa della mensa per la ragazzina, è stato messo a disposizione delle attività scolastiche dell’istituto. Un gesto che ha lasciato senza parole tifosi e anche il padre della piccola, Abdessamad, un uomo di nazionalità marocchina che vive in Italia da 22 anni. La famiglia versa il condizioni economiche disastrose: l’uomo lavora come giardiniere a fasi alterne, mentre la moglie ha uno stipendio da operaia. Vivono in una casa che è stata pignorata dalla banca e hanno anche ricevuto un ordine di sfratto.

Mi ha aiutato, quando sono rimasto senza lavoro l’amministrazione comunale si è fatta avanti offrendomi un lavoro. L’ho preso salvo poi scoprire che prendevo 400 euro al mese. Con quei soldi ci pago l’affitto. E il resto?”, dice oggi il marocchino riferendosi al Sindaco, difeso da lui e criticato da molti altri che hanno trovato la decisione del Primo Cittadino, di servire salatini e tonno, inaccettabile. Ma l’episodio, a Minerbe, non è nuovo, come riportato da TgCom. Anche a dicembre scorso si era verificato un fatto simile, quando due bambini sono stati costretti a mangiare cracker e tonno. “Si è trattato di un provvedimento simbolico durato solo un giorno. A dicembre non se ne accorse nessuno e nessuno protestò“, ha detto il Sindaco.

Ognuno ha le sue ragioni e spesso l’umanità si scontra con la realtà. “Oggi ho mangiato come mia figlia quel giorno in mensa, tonno e qualche oliva”, ha detto il papà della piccola che fa fatica a tirare avanti la numerosa famiglia, composta da cinque persone: “Non abbiamo i soldi per riempire il frigorifero. La punizione inflitta a mia figlia ha fatto male più a me e a mia moglie, lei è ancora troppo piccola per capire. Mi chiedo però, crescendo, cosa ricorderà di quell’episodio. E che opinione si farà del Paese in cui è nata, l’Italia”.

Fonte: Tgcom

Impostazioni privacy