Genitori non pagano la mensa per figlia, Antonio Candreva paga per loro

In una scuola elementare di Treville, in provincia di Verona, una bimba ha ricevuto, a mensa, solo una scatoletta di tonno ed un pacchetto di salatini. Un provvedimento preso per “tutelare chi è in regola” nei pagamenti della retta che ha attirato l’attenzione di Antonio Candreva, che si è detto pronto a pagare personalmente i contributi.  

Inter, Candreva paga la mensa alla bimba - Leggilo

Gestire una mensa scolastica può essere una cosa non facile, spesso quando si intrecciano tra loro diverse problematiche. Già la scuola elementare di Treville, Treviso, qualche mese fa si era trovata a dover gestire la mancanza dei posti a sedere in mensa, tanto da costringere gli studenti a mangiare in piedi. Sta facendo invece discutere in queste ore la storia di un’alunna di origine straniera della scuola elementare “Giacomo Zanella“, di Minerbe, in provincia di Verona. La bimba ha ricevuto per pranzo solo una scatoletta di tonno ed un pacchetto di cracker, mentre tutti gli altri, a mensa, mangiavano il tradizionale pranzo. Umiliata da quanto le è accaduto, è scoppiata a piangere e l’episodio ha acceso gli animi della Giunta comunale e dell’opposizione, come riportato dall’Ansa.

La decisione è stata presa dall’amministrazione comunale, dal momento che la famiglia non versava la retta prevista per il servizio mensa. A nulla sono serviti i solleciti, sia verso la famiglia della bimba che verso altri, per insistere nel ricevere gli spettati contributi e mettersi in regola con i pagamenti. Così si è passati alle dure maniere. “Non intendiamo ovviamente discriminare nessuno e i bambini non sono stati lasciati senza pasto, ma siamo arrivati a decine di persone che non pagavano e dovevamo far qualcosa. Non è la prima volta che succede, solo che questa volta il caso è stato montato”, si è difeso Andrea Girardi, Primo Cittadino di Minerbe. “La famiglia in questione è stata più volte sollecitata, i nostri uffici hanno chiesto loro se intendevano presentare una domanda per avere una riduzione o l’esenzione, a seconda di quella che è la loro situazione patrimoniale. A tante richieste, non è arrivata nessuna risposta e abbiamo dovuto prendere provvedimenti per tutelare chi è in regola”.

Un atto discriminatorio, lo ha definito la segreteria provinciale del PD, in quanto la bimba sarebbe “un anello debole della vicenda”. Un vittimismo che Massimo Momi, vicesindaco con delega alle politiche famigliari, ha subito bloccato, dicendosi umanamente dispiaciuto per quanto accaduto e giustificando l’episodio come “un caso limite”: “Dobbiamo essere corretti anche nei confronti di tutte le famiglie che pagano regolarmente la mensa”, ha poi chiarito il leghista.

Non c’entra nulla, quindi, l’essere straniera della bimba, – così come ha insistito la Sinistra –  tanto che il Comune ha subito precisato di seguire 36 bambini con problemi economici, che godono della riduzione del buono mensa dal 40 al 50%, stanziando per questo 9mila euro in bilancio. Ma la famiglia dell’alunna che ha mangiato tonno e salatini sembrava essere sparita nel nulla. Per l’opposizione, il Comune avrebbe dovuto procedere nei confronti dei genitori senza accanirsi sui bimbi, in quanto l’amministrazione avrebbe il dovere e la possibilità di andare incontro a situazioni di difficoltà economiche: “Ma il modus operandi della Lega rimane identico: forti con i deboli e deboli con i forti”.

Dopo aver letto della vicenda, il giocatore dell’Inter Antonio Candreva ha parlato con il Sindaco Girardi per informarlo che vorrebbe pagare la retta delle mensa, come riportato da Il Corriere della Sera.

Fonti: Ansa, Il Corriere della Sera

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