George Pell, il consigliere di Papa Francesco condannato per pedofilia

Pedofilia. George Pell è stato condannato a scontare sei anni di reclusione. Da ieri notte è rinchiuso nel carcere di Melbourne, dove resterà fino al 13 marzo, quando sarà letta la sentenza definitiva. Il cardinale continua a proclamarsi innocente.

Pedofilia, George Pell condannato a 6 anni per abusi su minori

La pedofilia sembra essere il male della Chiesa. Una nuova piaga che ormai da mesi dilaga e investe le alte cariche ecclesiastiche. Non c’è freno allo scandalo, tanto più se il Vaticano prova a coprire quello che accade nelle diocesi. Poco tempo fa, la condanna a sei mesi di reclusione dell’ Arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin – per non aver denunciato gli abusi sessuali di padre Bernard Preynat su un gruppo di scout – sembrava incarnare pienamente la crisi che la Chiesa sta attraversando in questi giorni pieni di scandali. Non è stata da meno la vicenda di Theodore Edgar McCarrick, anche lui sotto accusa per abusi sessuali sui minori. L’ex Cardinale e Arcivescovo di Washington, accusato di aver molestato diversi seminaristi e di aver abusato sessualmente di tre minori, è stato ridotto allo stato laicale. Si potrebbe continuare a lungo, la lista non termina qui e tra i preti pedofili è finito anche George Pell.

L’11 dicembre scorso, il Tribunale australiano aveva condannato il Cardinale George Pell per pedofilia. I 12 membri della giuria della County Court dello stato di Victoria, in Australia, avevano espresso verdetto unanime, e Pell era stato giudicato colpevole. Le accuse, piovute sul Cardinale, sono quelle di abusi sessuali su due ragazzi del coro della cattedrale di Saint Patrick, a Melbourne. Il cardinale, dopo aver celebrato la messa nella cattedrale, avrebbe abusato dei due coristi una prima volta per poi, dopo due mesi, aggredire sessualmente per una seconda volta uno dei due. Era il 1996 e i ragazzi avevano rispettivamente 12 e 13 anni. George Pell, allora, era Vescovo ausiliare dell’arcidiocesi.

La condanna, per Pell, è di sei anni di reclusione, come riportato dall’Ansa. Soltanto dopo tre anni ed otto mesi potrà chiedere la libertà su cauzione. Il Giudice Peter Kidd, della County Court, ha letto per un’ora la sentenza in diretta tv. Gli abusi di Pell sono “un attacco sessuale alle vittime sfrontato e forzato. Gli atti erano sessualmente evidenti, entrambe le vittime erano visibilmente e udibilmente angosciati durate le molestie”. In più, ci sarebbe stato “un ulteriore grado di umiliazione, per ciascuna delle vittime, nel sapere che l’abuso avveniva in presenza altrui“. Procedendo con la lettura della sentenza, Peter Kidd ha osservato che gli abusi commessi dal cardinale George Pell hanno avuto “un impatto significativo e di lunga durata”. Una delle vittime, identificato come J. avrebbe avuto per moltissimi anni problemi di fiducia, ansia, e depressione, come riportato da Avvenire. Altrettanto forti le conseguenze sul secondo ragazzo, morto per overdose di eroina nel 2014. La sua testimonianza non può essere ascoltata ma, secondo i genitori, il figlio avrebbe cercato rifugio nella droga proprio in seguito ai fatti avvenuti negli anni ‘90.

Intanto, anche il Vaticano, giorni fa, si era espresso e aveva annunciato procedimenti canonici su Pell. “Confermo che il cardinale George Pell non è più il Prefetto della Segreteria per l’Economia. Posso inoltre chiarire che, dopo la sentenza di condanna di primo grado nei confronti del Cardinale Pell, la Congregazione per la Dottrina della Fede si occuperà ora del caso nei modi e con i tempi stabiliti dalla normativa canonica”, fece sapere il portavoce Alessandro Gisotti. Da ieri notte, intanto, il Cardinale australiano è rinchiuso in una cella di un carcere di Melbourne dove resterà fino al 13 marzo, quando sarà emessa la sentenza. Il Cardinale, che si proclama innocente, ha ribadito che ricorrerà in Appello.

Intanto, Papa Francesco non ha aggiunto altro. Pell era tra i 9 Cardinali consiglieri che avrebbero dovuto aiutare Papa Francesco – solo un mese dopo la sua elezione al pontificato – nella riforma della Curia romana. Già nel 2010, Benedetto XVI aveva pensato a lui per sostituire il cardinale Giovanni Battista Re nel ruolo di prefetto della Congregazione per i vescovi. Ma lo scandalo della pedofilia per Pell era già alle porte.

Fonti: Ansa, Avvenire

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