Giulia Pacilli, le ragazze la imitano: il suo slogan fa tendenza nei cortei

Lo slogan di Giulia Viola Pacilli è apparso a più riprese su alcuni cartelli, in occasione delle sfilate femministe dell’8 marzo. In particolare, a Torino, alcune ragazze ne hanno seguito l’esempio.

Torino, Giulia Pacilli imitata

Giulia Viola Pacilli è la nuova paladina della giustizia, dicono. Una ragazza che lotta per i propri diritti, che non ha problemi a scendere in campo, ad alzare la voce, per farsi sentire. Che grida tra la gente, fiera, di essere una donna. Dopo aver gridato, in modo altrettanto fiero, di non essere una seguace del Vicepremier Matteo Salvini. Meglio, dice, prostituirsi.

Ma le critiche non la fermano. Infatti, Giulia è tornata. L’8 marzo c’era anche lei, a Milano, al corteo femminista organizzato dall’associazione “Non una di meno”. Ha sfilato tra palloncini, magliette e foulard rosa. Ha sfilato anche tra i cartelloni palesemente sessisti, fatti passare per slogan in difesa del genere femminile. Così, tra ragazze in reggiseno, è scesa in campo per la propria dignità. Tra donne, come lei, investite ormai da un generale complesso di superiorità che le assale, convinte di essere sottomesse, sfruttate e stereotipate.

La pioggia di insulti dopo la sua presa di posizione al corteo “People” – la marcia antirazzista organizzata nel capoluogo lombardo dall’assessore PD Pierfrancesco Majorino – non l’ha fermata, come riportato dall’Ansa. La sua presenza al corteo femminista di Milano, del resto, calzava a pennello. Un momento di rivendicazione di genere che si è tinto di rivendicazioni politiche. Se Monica Cirinnà ha sfilato nella Capitale contro Dio, la Patria e la famiglia, la scia lasciata dalla marcia antirazzista è stata seguita dalle manifestazioni dell’8 marzo, unendo femminismo e politica in un connubio che stride e fa danni. Come se l’essere donna abbia qualcosa a che fare con l’orientamento politico. Di fatto, la sfilata è andata a sinistra e Giulia Viola Pacilli è stata seguita a gran voce.

Torino, lo slogan di Giulia al corteo

La storia di Giulia è diventata la storia di una donna che è stata offesa per aver espresso il suo pensiero. L’eroina che ha reagito alle critiche di maschi e femmine senza perdere coraggio. L’incarnazione perfetta degli ideali in rosa. Il suo episodio ha avuto tanta rilevanza da essere ripreso anche in un contesto – quello della giornata delle donne – dove Salvini, i Fasci e il razzismo c’entravano poco. A Torino, in particolare, il suo slogan è apparso svariate volte su cartelli sbandierati da alcune ragazze.

Magari, vista l’ondata di popolarità che ha investito la ventiduenne, molte hanno provato a fare lo stesso sperando di avere la stessa visibilità. Ma il tentativo è fallito, come in tutte le storie i protagonisti sono pochi e quelli che imitano perdono di credibilità. Intanto, Giulia continua a sentirsi vittima di un mondo cattivo, continua a non volere la gogna mediatica ma non fa problemi a condividersi sui social. Così come Luca Cortese, il fotografo che l’ha immortalata, che ha scattato e condiviso la foto, se n’è lamentato quando il Vicepremier l’ha condivisa sul suo profilo Facebook. Di fatto, comunque, Giulia è la nuova eroina che se ne va in giro nelle piazze a predicare i suoi valori. Pare che abbia già dei seguaci. Qualcuno le insegni, però, che il mondo lo cambia chi sta in silenzio, talvolta.

Fonte: Ansa

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