Roma, missione punitiva: 25 rom fanno irruzione all’ospedale per pestare una coppia

Una missione punitiva in piena regola, se di regole si può parlare.  Venticinque persone di etnia rom hanno fatto irruzione in un ospedale capitolino per pestare una coppia. 

Un uomo e una donna, residenti in una palazzina in largo Giuseppe Veratti a Roma – zona San Paolo – sono stati pestati non una ma ben due volte nel giro di poche ore da un gruppo di persone di etnia rom.

ANSA/ANGELO CARCONI/ archivio

Tutto è partito con una banale lite di vicinato. Poi la rissa e infine la spedizione punitiva. Dopo la prima aggressione i due – un uomo di 42 anni e una donna di nazionalità romena di 41 anni – erano andati al Pronto soccorso dell’ospedale San Camillo per farsi medicare le ferite riportate durante la prima aggressione. Tutto era iniziato quando i due avevano sorpreso un giovane di etnia rom, che senza alcuna autorizzazione, armeggiava vicino ai contatori elettrici dello stabile. I due forse temevano che volesse allacciarsi abusivamente: il ché – oltre a non essere legale – avrebbe inevitabilmente comportato un aumento sulle bollette dei condomini. La lite è degenerata in colluttazione che è terminata poco prima che arrivassero i Carabinieri della stazione Roma San Paolo. Il 42enne e la donna romena sono stati portati al pronto soccorso del San Camillo ma, poco dopo, nello stesso presidio sanitario è arrivato il giovane con cui avevano litigato. Ma non è arrivato da solo, era accompagnato da circa 25 persone, tutte residenti nel campo nomadi di vicolo Savini.

Le intenzioni del gruppo erano non proprio delle migliori. Infatti, quando poco prima delle 16 la donna è stata dimessa,  all’esterno del pronto soccorso è stata nuovamente aggredita dal gruppo di cittadini rom, che l’hanno insultata e picchiata. Nel frattempo altri 5 sono entrati nel Pronto soccorso, aggredendo e pestando anche l’uomo che era ancora sottoposto a cure mediche. Sul posto sono accorse le pattuglie dei Carabinieri di San Paolo e Monteverde ma, all’arrivo dei militari, il gruppo si era dileguato. La donna è stata nuovamente medicata e ha avuto una prognosi di 10 giorni, mentre, per il suo vicino di casa, le cose sono andate peggio: la prognosi è stata, infatti, di 30 giorni a causa della frattura del setto nasale e di alcune costole. I Carabinieri hanno inviato una informativa alla Procura per lesioni personali aggravate.

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