Anziana e malata va dalla figlia per qualche giorno, quando torna trova la casa occupata

Il dramma delle case occupate non conosce tregua. L’ultimo caso arriva da Frosinone dove un’anziana è rimasta fuori dalla porta della propria abitazione

Tanto al Nord quanto al Sud senza dimenticare il Centro Italia, tutto il Paese è afflitto, da anni, da un problema che sembra continuare a peggiorare: l’occupazione delle abitazioni altrui. Le vittime che si trovano, all’improvviso, fuori dalla porta sono per lo più persone anziane che devono assentarsi per cure mediche. Basta anche solo uscire qualche ora per ritrovarsi “sfrattati” da casa propria.

ANSA/ MATTEO CORNER/archivio

L’ultimo episodio è avvenuto a Frosinone. Una signora anziana, per problemi di salute, si era dovuta trasferire per qualche giorno dalla figlia. Quando ha tentato di tornare nel proprio appartamento – un alloggio dell’Ater in via del Cipresso – lo ha trovato occupato da una famiglia composta da un operaio di 33 anni, la moglie e il figlio di tre anni. L’anziana, a causa del suo stato di salute cagionevole, aveva cominciato ad aver paura a restare tante ore da sola in quell’appartamento. Così aveva deciso di spostarsi a casa della figlia in attesa che le sue condizioni di salute migliorassero. Quell’alloggio popolare però era rimasto deserto molto poco. L’operaio, tuttavia,  ha pensato bene di occuparlo abusivamente. Non solo: incurante del fatto che l’intestataria di quell’abitazione fosse l’anziana, l’uomo aveva anche provveduto a ristrutturarlo spostando addirittura la porta di accesso e buttando giù dei tramezzi.

Fortunatamente i Carabinieri del comando provinciale, nel corso di alcuni controlli, hanno scoperto che nell’appartamento assegnato dall’Ater alla pensionata ci viveva un’altra famiglia composta da una giovane coppia ed un bambino di tre anni. I militari hanno notato anche che all’interno di quell’immobile risultavano lavori di ristrutturazione in stato avanzato. Una volta che i militari sono andati a chiedere spiegazioni, l’operaio 33enne non solo non era per nulla dispiaciuto di aver sottratto la casa ad una povera donna anziana con problemi di salute ma, anzi, ha rivendicato il fatto di aver speso parecchi soldi per ristrutturare quell’appartamento. A quel punto i Carabinieri hanno provveduto ad allontanare la coppia abusiva murando il portone di casa ma non è servito: infatti da un successivo controllo i militari hanno notato che i blocchetti utilizzati per murare quella casa erano stati rimossi e che all’interno dell’appartamento era entrato di nuovo l’operaio seguito dalla moglie. Della vicenda sono stati informati anche i servizi sociali. Al momento l’intera famiglia è stata allontanata e le Forze dell’Ordine hanno proceduto al sequestro d’urgenza dell’appartamento.

Una situazione simile si verificò qualche mese fa a Venezia: un uomo di 79 anni, ricoverato per qualche giorno in ospedale, al suo ritorno trovò la casa occupata. Eppure, in tutto il Lazio, si contano circa 500 case sfitte che potrebbero essere affittate a chi ne ha bisogno: si tratta delle ex case cantoniere. Sono occupazioni oggi totalmente in disuso che invece, potrebbero fungere da riparo per chi ne ha bisogno. La Regione e i Comuni, però, sembrano pensarla diversamente. Di recente, infatti, è stata multata una donna di 67 anni che da ben 40 viveva in una e casa cantoniera insieme alle due figlie. Ciascuna di loro ha ricevuto una sanzione di oltre 9mila euro. Il risultato è che ora l’alloggio è tornato libero e nessuno se ne occupa mentre le tre donne – che non avevano rubato la casa a nessuno – non hanno più un tetto

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