Monica Cirinnà, 24mila euro nella cuccia del cane: per i giudici non c’è niente di male i soldi può prenderli lei

La senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà tira un sospiro di sollievo: il caso dei 24mila euro trovati nella cuccia del cane si avvia verso il tramonto.

Lo scorso agosto, nell’azienda agricola di Capalbio – in provincia di Grosseto – della senatrice del PD Monica Cirinnà e del marito, furono trovati 24mila euro, in 48 banconote da 500 euro cadauna coppia nella zona di Capalbio furono ritrovate 48 banconote da 500 euro. Il caso, tuttavia, potrebbe concludersi a breve  come si suol dire a “tarallucci e vino“.

ANSA/ETTORE FERRARI

La somma fu rinvenuta durante alcuni lavori di ristrutturazione nella cuccia del cane, in un’area non recintata, distante dall’edificio principale in cui solitamente si recano la senatrice e il coniuge in estate. Il caso sembra avviarsi verso l’archiviazione. La richiesta arriva dalla Procura. La decisione spetterà al giudice per le indagini preliminari il prossimo 6 giugno. Da quanto emerso dalle indagini, non ci sarebbe nessun reato imputabile alla senatrice e a suo marito Esterino Montino, attuale sindaco di Fiumicino. La segnalazione del denaro nella cuccia del cane nella residenza estiva della coppia arrivò ai Carabinieri di Capalbio che avviarono immediatamente gli accertamenti del caso. Le banconote furono  poste sotto sequestro per avviare l’indagine che, a quasi un anno di distanza, ha dato i suoi risultati. Nel caso in cui il gip dovesse accogliere la richiesta della Procura, le banconote saranno consegnate a Monica Cirinnà e al marito in quanto rinvenute all’interno di una loro proprietà. Il Partito Democratico – che ha sempre sostenuto la senatrice – ci ha tenuto a ribadire che, in tutta questa vicenda, è lei ad essere la parte offesa del reato. Reato i cui esecutori, ad oggi, restano ignoti.

Monica Cirinnà, dal canto suo, ha già dichiarato che se verrà in possesso delle banconote, tutto il denaro verrà devoluto in beneficenza a favore di associazioni che, sul territorio del Grossetano, si occupano di aiutare le donne vittime di violenze e di discriminazioni. Intervistata dal quotidiano il Tirreno, Monica Cirinnà ha dichiarato: “Ho vissuto dei giorni di panico a causa della fuga di notizie che ha messo in pericolo me e la mia famiglia: qualunque malfattore avrebbe potuto avvicinarci e minacciarci per avere i soldi indietro. Ero sola con la mia famiglia. A noi non è stato neanche consegnato il verbale della denuncia mentre, nel giro di 48 ore, ce l’avevano tutti i giornali”.

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