Sabrina Misseri ha chiesto di uscire dal carcere. Delusa dai giudici: “E’ pericolosa”, dicono

Niente permesso premio per Sabrina Misseri. I giudici ritengono che sia ancora molto pericolosa.

Sabrina Misseri – condannata all’ergastolo per l’omicidio della cuginetta Sara Scazzi, assieme alla madre Cosima Serrano – dovrà mettersi il cuore in pace: i giudici della Cassazione hanno respinto la sua richiesta di ottenere un permesso premio per uscire dal carcere di Taranto.

ANSA / TG2

Sabrina – oggi 34enne – aveva fatto ricorso contro l’ordinanza con la quale il Tribunale di Sorveglianza di Taranto aveva deciso di non concederle il permesso premio. Ricorso che è stato respinto. I giudici ritengono che la donna sia un soggetto ancora pericoloso nonostante gli anni intercorsi dall’omicidio. Sabrina, dopo 12 anni, non ha ancora ammesso di essere stata lei a togliere la vita alla cugina 14enne e di averne occultato il cadavere con l’aiuto della madre. L’ammissione di colpa non è una condizione necessaria per ottenere il permesso, ma, secondo la Cassazione, in questa situazione, l’ostinazione della Misseri a negare indica in lei la mancanza di una rivisitazione critica e conferma la sua pericolosità sociale. “La non necessità della confessione del reato per ottenere il permesso premio non elide infatti la rilevanza da attribuire al comportamento del condannato che risulti indisponibile al tentativo degli educatori di promuovere la riflessione sul vissuto connesso alle sue vicende penali. In conclusione, permane l’accertata persistente pericolosità sociale” di Misseri” – hanno stabilito i giudici.

I legali che assistono Sabrina ritengono ingiusta questa decisione. A loro avviso i giudici non stanno tenendo nella giusta considerazione il percorso positivo che la donna sta compiendo in carcere ma hanno tenuto in conto solo il fatto che Sabrina, ad oggi, rifiuti di ammettere la propria responsabilità nell’omicidio di sara Scazzi. Per i difensori, inoltre, è assolutamente legittima la scelta della 34enne di non assumersi la responsabilità. Non solo: gli avvocati hanno ricordato che Sabrina intende proporre istanza di revisione della condanna. Di conseguenza – secondo gli avvocati della difesa – è legittimo il comportamento di negazione della responsabilità. La Cassazione, di contro, nel respingere il ricorso della donna ha puntualizzato che il “no” del Tribunale di Sorveglianza di taranto si è fondato, soprattutto, sul rifiuto di Sabrina Misseri di confrontarsi con gli operatori sugli elementi posti a fondamento della sua condanna.

 

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