Cina, aumentano i contagi. Fabrizio Pregliasco torna a parlare di ospedalizzazioni e decessi in Italia, ancora

La Cina non è poi così distante quando si parla di Covid. Un nuovo aumento di casi dall’altro capo del mondo potrebbe avere conseguenze anche in Italia.

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 72.568 unità. Da ieri 137 morti. I ricoveri scendono di 63 unità mentre in terapia intensiva -25 assistiti da ieri.

Pregliasco: no all’abolizione del Green Pass

In un mondo globale ciò che accade in Cina ha inevitabili ripercussioni anche in Italia. E il Covid ha reso questo concetto evidente più che mai: sembrava un virus lontanissimo finché a Lodi non è stato individuato il primo caso. E da lì poi è storia nota: tristemente nota. Due anni fatti di lockdown, zone rosse, restrizioni, ricoveri, terapie intensive al collasso, camion militari costretti a portare vie le bare, Green Pass e Super Green Pass. E a oltre due anni di distanza dall’inizio della pandemia in Italia, non ne siamo ancora fuori. Un nuovo aumento di contagi in Cina torna a far tremare gli esperti nostrani, il professor Fabrizio Pregliasco in primis. Il virologo dell’Università Statale di Milano ha infatti dichiarato che la situazione in Cina – per quanto molto diversa dalla nostra – deve insegnarci la via della prudenza nell’allentamento delle restrizioni: “Io dico solo sì agli allentamenti ma con giudizio e con progressione. Dobbiamo per ora percorrere la strada della riapertura immaginando che dei segnali per capire esattamente cosa succederà e quale è la prospettiva, se davvero si tratta di un’altra ondata, arriveranno tra una decina di giorni, per capire cioè se al rialzo dei casi corrisponderà anche un aumento di ospedalizzazioni e decessi”. Posizione opposta a quella dei suoi colleghi Matteo Bassetti e Andrea Crisanti che, invece, spingono per l’abolizione immediata di mascherina al chiuso e Green Pass.

Tuttavia Pregliasco ammette che la gestione del virus da parte della Cina è stata completamente diversa rispetto a quella del nostro Paese. Lì hanno puntato all’obiettivo “zero Covid” mentre qui abbiamo lasciato circolare un po’ il virus e questo ci ha reso più immuni rispetto a loro. Il direttore sanitario del Galeazzi ha precisato: “Loro si ritrovano in una situazione peggiore della nostra perché con la cosiddetta strategia zero Covid hanno ridotto la quota di persone che sono immuni. Da noi invece con la mitigazione, ovvero lasciando correre il virus, un po’ di gente si è infettata e ora fa da barriera. E non sappiamo neanche quanti siano stati vaccinati e con quale vaccino, ma non hanno sicuramente avuto una grande campagna vaccinale”. Per l’Italia le conseguenze, a detta del medico, ci saranno, soprattutto perché stanno venendo a galla nuove varianti – come Omicron 2 e Omicron 3 – che, secondo l’esperto, pur non essendo più gravi, sono molto più contagiose. Pertanto Pregliasco conclude: “Non possiamo riaprire istantaneamente i rubinetti il 31 marzo. Green Pass e altre restrizioni sarebbe meglio che rimanessero”.

 

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