Carburanti alle stelle, Salvini promette di togliere le accise. Ma non è la prima volta

La benzina sta raggiungendo cifre impensabili fino a solo un mese fa. Un modo per abbassare il prezzi ci sarebbe.

ANSA/ANGELO CARCONI

Chiunque si sia recato ad un distributore di benzina negli ultimi giorni avrà notato che i prezzi sono saliti a dir poco alle stelle. E il trend continuerà a crescere visto che la Russia – nostro principale fornitore – ci ha iscritti nella lista dei Paesi ostili. Il Governo è al lavoro per liberarci dalla dipendenza di gas ed energia dal Paese di Putin, il Premier Mario Draghi ha già parlato di un ritorno al nucleare con buona pace di chi teme una nuova catastrofe stile Chernobyl. C’è una cosa di cui, tuttavia, quasi nessuno parla: le accise. Sembra incredibile ma nel 2022 paghiamo ancora le accise relative alla guerra d’Abissinia del 1935. La rilevazione settimanale del Ministero della Transizione capitanato dal ministro Cingolani, ha rilevato che in data 7 marzo  la benzina costava in media 1,95 euro al litro di cui 1,08 euro di penalizzazione fiscale e 87 centesimi di prezzo industriale. Il gasolio 1,82 al litro di cui 94 centesimi di disincentivo fiscale e 88 centesimi di prezzo industriale. In pratica la maggior parte di ciò che noi consumatori finali paghiamo è dovuto non alla materia prima in sé ma alle tasse. Tasse con le quali, nel passato, il Governo di Benito Mussolini finanziava le imprese belliche tra cui, per l’appunto la guerra d’Abissinia.

Ma questo stratagemma è proseguito ben oltre Mussolini: in Italia le tasse sui carburanti sono state lo strumento più ricorrente per fare fronte a situazioni di emergenza. Oltre alla guerra d’Abissinia, le accise furono aumentate per pagare i danni e le ricostruzioni delle grandi tragedie del Vaiont e dell’Irpinia, gli interventi umanitari in Libano, la crisi internazionale del canale di Suez del 1956, i danni dell’alluvione di Venezia e Firenze del 4 novembre 1966, il terremoto del Belice del 1968, il terremoto del Friuli del maggio 1976. Nella campagna elettorale precedente alle elezioni del 2018, il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva assicurato agli italiani che, in caso di vittoria, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata togliere le accise sui carburanti. Promessa non mantenuta. Il capo del Carroccio – una volta che la Lega venne sostituita in un batter d’occhio dal PD nel sedere a fianco ai Cinque Stelle al Governo sotto l’egida dell’ex Premier Giuseppe Conte – si giustificò sostenendo che la Lega non era da sola al Governo e che, comunque, non si poteva raggiungere ogni obiettivo subito. Ora Salvini è di nuovo al Governo e il suo partito ha riproposto di togliere le accise in questo momento di crisi e aumento dei prezzi senza precedenti. Il Carroccio ha già presentato una mozione in Senato chiedendo di sospendere le accise sulla benzina finché non si tornerà ai prezzi di fine 2019.

Impostazioni privacy