La Corte costituzionale ha stabilito che anche i cittadini extracomunitari presenti in Italia devono poter beneficiare dell’assegno familiare.

ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Non può esserci discriminazione tra cittadini italiani e cittadini stranieri. Lo hanno sottolineato i giudici della Corte costituzionale stabilendo che anche gli extracomunitari potranno beneficiare dell’assegno familiare. Nella sentenza si spiega che i cittadini provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione europea ma con permesso di lavoro e che si trovano nel nostro Paese da un lungo periodo, non devono essere trattati in modo diverso dai cittadini italiani. Pertanto via libera all’assegno familiare. Gli extracomunitari potranno beneficiare del sussidio statale riservato ai nuclei familiari anche se si trovano in Italia da soli, anche se i loro congiunti risiedono ancora nel loro Paese di origine. In pratica anche un uomo solo con moglie e figli non in Italia potrà richiedere e ottenere l’assegno familiare: “Se è vero che sono i familiari e beneficiare dell’assegno è altrettanto vero che l’assegno è versato al lavoratore o pensionato, componente a sua volta del nucleo familiare” – hanno specificato i giudici della Corte di Lussemburgo

I giudici hanno anche precisato di basare la loro decisione sul diritto europeo definito “architrave su cui poggia la comunità di corti nazionali, tenute insieme da convergenti diritti e obblighi”.E’ stato puntualizzato che la Corte di giustizia dell’Unione Europea aveva ritenuto non compatibile la disciplina italiana relativa all’assegno per il nucleo familiare con due direttive europee. Già lo scorso gennaio la Corte costituzionale aveva stabilito che anche gli extracomunitari avevano diritto a beneficiare del bonus bebè e dell’assegno di maternità sostenendo che tutte le norme e i decreti che non riconoscevano tale diritto agli stranieri violavano la Costituzione. Per poter beneficiare dei bonus e degli assegni è necessario che un cittadino non europeo si trovi in Italia – con regolare permesso di soggiorno – da almeno sei mesi. Prima di allora tali sussidi erano riservati alle famiglie italiane, ai cittadini comunitari oppure alle famiglie di extracomunitari titolari di permesso ma soggiornanti in Italia da un lungo periodo e non solo da sei mesi. Ma i giudici della Consulta hanno ritenuto opportuno eliminare ogni limite in quanto valutato incostituzionale.