Se i profughi vogliono venire in Italia o si vaccinano o fanno un tampone ogni 48 ore, dice Draghi

Dietro front del Governo. Niente sconti per i profughi in fuga dalla guerra: o accettano il vaccino anti Covid o dovranno effettuare un tampone ogni due giorni.

ANSA/GIUSEPPE LAMI

Essere profughi non è una scelta: non si fugge per scelta dal proprio Paese invaso dai carri armati di uno Stato nemico. In un primo momento il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri aveva garantito che ai profughi dell’Ucraina non sarebbe stato chiesto alcun Green Pass o Super Green Pass. Decisione ampiamente biasimata dai medici i quali avevano sostenuto – e continuano a sostenere – che per colpa dei profughi non vaccinati i casi di Covid sarebbero risaliti e che, dunque, bisognava imporre anche a loro vaccino e Green Pass. E così il Premier Mario Draghi ha fatto dietro front: i profughi dovranno vaccinarsi oppure sottoporsi ad un tampone ogni 48 ore. Considerando che ogni tampone costa minimo 15 euro, va da sé che persone in fuga da una guerra non potranno permetterselo. Il Primo Ministro lo ha confermato nel question time alla Camera: “All’8 marzo i profughi erano 21.095 cittadini ucraini, oggi sono 23.872. Il flusso è certamente destinato ad aumentare. Tutti i rifugiati che arrivano o accettano di fare un tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi“.

In Ucraina la campagna vaccinale non ha avuto un gran successo: circa il 63% dei profughi che arrivano – e arriveranno – nel nostro Paese non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino anti Covid. I timori del Governo – e dei medici, soprattutto – è che tornino a salire contagi e ricoveri nelle terapie intensive anche se, al momento, i degenti in rianimazione continuano a scendere. Il vaccino, anche dopo tre dosi, non impedisce di contrarre il virus né di trasmetterlo ma, nella maggior parte dei casi, evita che l’infezione diventi grave ed, evita, pertanto di finire in terapia intensiva a causa del Covid. Con le dovute eccezioni, certo: un recente report dell’istituto Superiore della Sanità, infatti, ha evidenziato che nella fascia 12-39 anni la maggior parte dei ricoverati con il Covid sono proprio persone vaccinate con tre dosi. Ma il Premier non transige e il clima di paura ha già iniziato a dilagare: qualche notte fa, un hotel di Bologna, ha lasciato in mezzo alla strada una profuga ucraina con la sua bambina in quanto non erano vaccinate.

 

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