Pregliasco, dopo il proiettile la vita è cambiata. Siete solo invidiosi perché noi virologi siamo delle star, dice

Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università Statale di Milano e direttore del Galeazzi, spiega come è cambiata la sua vita e quella della sua famiglia dopo aver ricevuto un proiettile in una busta.

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 48.483 unità. Da ieri 156 morti e 59.258 guariti. I ricoveri scendono di 201 unità mentre in terapia intensiva -29 assistiti da ieri.

Pregliasco: la gente mi invidia

Qualche giorno fa nel laboratorio di virologia dell’Università Statale di Milano è stata fatta recapitare una busta indirizzata al professor Fabrizio Pregliasco. La busta conteneva un proiettile corredato da una lettera di insulti e minacce. Il mittente – o i mittenti, potrebbero essere più di uno – accusavano pregliasco di uccidere i bambini promuovendo la vaccinazione anti Covid sui più piccoli e minacciavano di fare del male a lui, ai suoi figli e alla sua famiglia. Da quel momento la vita del virologo e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi è cambiata. Dal giorno seguente alla ricezione del proiettile una volante della Polizia o una pattuglia dei Carabinieri periodicamente passa sotto casa di Fabrizio Pregliasco, vicino all’università Statale dove insegna e all’istituto ortopedico Galeazzi. Lui stesso ha ammesso di non sentirsi più sicuro e di guardarsi le spalle quando è per strada: “Devo dire che non mi sento tanto tranquillo. Faccio attenzione quando sono per strada. Mi guardo in giro” – ha asserito il virologo. Nel frattempo la Procura del capoluogo lombardo ha già aperto un’inchiesta per individuare i responsabili.

Non è la prima volta che Pregliasco subisce insulti, minacce e telefonate sospette durante la notte. Il suo numero telefonico, infatti, è stato divulgato su alcune chat Telegram di persone ostili al vaccino. Le minacce, tuttavia, non sono iniziate con l’avvento del vaccino ma con l’introduzione del Green Pass. Essere contrari ad un Pass per poter lavorare, portare i figli a scuola o prendere i mezzi di trasporto non significa, di per sé, essere contrari ai vaccini. Concettualmente si tratta di due cose distinte. Le minacce, per ora, non sono mai arrivate di persona: Pregliasco è stato anche ad un presidio di no-vax ma nessuno lo ha toccato con un dito, come lui stesso ha ammesso: “Sono stato a un presidio di no vax a Milano. A parte qualcuno che brandiva un crocifisso di cartone, non c’era tutta questa acrimonia. Al massimo mi hanno risposto che racconto balle, mentre loro hanno accesso alle vere fonti di informazione. Che poi vorrei sapere quali sono“.

Secondo il medico, tuttavia, il vero movente dell’odio nei suoi confronti non sono né i vaccini né il Green Pass. Pregliasco sostiene che la gente comune sia semplicemente invidiosa di lui e di altri suoi colleghi come, ad esempio, il professor Matteo Bassetti – recentemente preso a male parole in un bar nel centro di Genova mentre sorseggiava un aperitivo in compagnia della moglie. Molti credono che loro siano diventati delle specie di star e che si siano arricchiti grazie alle numerose ospitate in televisione: “C’è tanta invidia sociale. Si insiste sull’idea di virologi-star. Gli odiatori di professione ripetono: “Cosa fate ora? Non guadagnate più perché non andate in televisione” – ha concluso il virologo.

 

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