Ospedale San Filippo Neri: si finge medico e opera 52 pazienti prima di essere scoperto

Una vicenda incredibile in uno dei più rinomati ospedali della capitale: fingendo di essere qualcun altro, ha operato 52 pazienti.

Ansa

Da due anni a questa parte sui medici ne abbiamo lette e ascoltate di tutti i colori. Addirittura un dentista piemontese che, pur di non vaccinarsi, si è presentato all’hub con un braccio finto. Ciò che speravamo di non leggere mai è la notizia di un finto medico che addirittura entra in sala operatoria e opera. Eppure è successo: non una ma almeno 52 volte da quanto emerso. E non in un ospedale di un paesino sperduto di montagna ma al San Filippo Neri, uno degli ospedali più rinomati della Capitale. Il “finto medico” è il 37enne Matteo Sampalmieri che non è del tutto estraneo all’ambito ma è ancora specializzando i urologia e, pertanto, non potrebbe ancora mettere le mani sui pazienti in sala operatoria. Invece lo ha fatto usando un trucchetto: si fingeva il padre Gregorio, primario di urologia nel medesimo ospedale.

I fatti si sono svolti in epoca pre-Covid, tra il 2017 e il 2018. Padre e figlio, da quanto appurato, sarebbero stati complici. Il 37enne è finito in Tribunale mentre il padre, nel frattempo, è deceduto. Da quanto emerso nelle cartelle cliniche delle operazioni veniva messo solo il cognome del medico che aveva eseguito l’intervento. Tutti, così, davano per scontato che a operare fosse stato il padre mentra in sala operatoria c’era solo il figlio che, però, non aveva le abilitazioni necessarie a svolgere quel compito. In alcuni casi il 37enne agiva come operatore unico, in altri come primo operatore. In ogni caso svolgeva una mansione che non aveva le competenze né le abilitazioni né l’autorizzazione a svolgere con il beneplacito del padre primario il quale apponeva il timbro sugli atti pubblici. La denuncia era partita dall’allora direttore dell’Asl Roma 1 che aveva testimoniato la presenza non autorizzata in sala operatoria di Sampalmieri junior. Tutto era stato poi confermato da infermieri, anestesisti e strumentisti del reparto di urologia. Per fortuna non sembra ci siano stati morti a causa di questa truffa. Ora il 37enne rischia fino a 6 anni di carcere. Stessa pena sarebbe spettata al padre, il dottor Gregorio Sampalmieri, ma il medico è morto prima di arrivare a processo.

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