Roma, lasciano Rossana per 10 ore su una barella in attesa di una Tac. E alla fine muore di emorragia

Una morta inspiegabile che si sarebbe potuta evitare. Rossana è spirata dopo essere stata abbandonata sola su una barella.

Rossana Alessandroni Facebook

E’ morta il 3 febbraio presso il Policlinico di Tor Vergata di Roma dove era stata trasferita, in condizioni gravi dal pronto soccorso del Vannini. Così Rossana Alessandroni se ne è andata dopo essere stata lasciata da sola su una barella per 10 ore, in attesa di essere sottoposta ad una Tac.  Sulla vicenda sta indagando la Direzione Salute – Area Rischio Clinico della Regione Lazio per definire tutti i passaggi assistenziali che hanno riguardato la paziente. I familiari della vittima –  una sessantasettenne del Quarticciolo – hanno annunciato che è loro intenzione denunciare l’ospedale, affinché venga fatta chiarezza sul decesso e per capire se, qualora si fosse agito diversamente, Rossana si sarebbe potuta salvare. La nipote Irene ha spiegato: “Mia zia piena di dolori, ha aspettato dieci ore su una barella al Pronto Soccorso in attesa di essere sottoposta a una Tac. Se fossero intervenuti subito forse mia zia sarebbe ancora viva”.

Quando i medici sono intervenuti, finalmente, per arrestare la violenta emorragia che aveva colpito la donna, era ormai troppo tardi: Rossana è morta sotto i ferri, in sala operatoria. Da quanto riferito dai dottori, a causare il decesso della 67enne sarebbe stata una dissezione dell’Aorta addominale, ossia il deterioramento di una parte dell’arteria. Aveva accusato dei dolori nei giorni precedenti e il 2 febbraio era stata trasportata in codice rosso all’ospedale Vannini. Dopo aver atteso dieci ore per la Tac – come hanno spiegato i familiari – i medici hanno optato per il trasferimento d’urgenza a Tor Vergata, dove è morta poco dopo. Appresa la notizia della scomparsa di Rossana, la comunità si è stretta intorno al dolore dei suoi cari, per la perdita improvvisa, nell’attesa che vengano celebrati i funerali, per darle l’ultimo saluto. Sono tantissimi i messaggi comparsi sui social network, tra i quali quello della nipote Sabrina: “Nonna che combini, questa notizia mi ha straziato l’anima! Te ne sei andata in silenzio senza far rumore…Non ci credo ancora che te ne sei andata così sappi che non dimenticherò mai l’amore con cui ci hai fatto crescere e porterò sempre custodito in me ogni singolo momento passato insieme“. Un caso simile è accaduto qualche giorno fa ad una ragazza di Roma di appena 28 anni, Adriana Tanoni. La giovane era incinta e positiva al Covid. Da giorni chiedeva di essere ricoverata ma ben tre ospedali l’hanno rifiutata rimandandola a casa. La poverina, che non si era vaccinata su consiglio della sua ginecologa, ha ottenuto il ricovero quando ormai era troppo tardi e poco dopo aver partorito il suo bambino, si è spenta.

 

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