“Voglio morire” dice ora l’uomo che ha approfittato di un permesso del giudice per uccidere il suo bambino

Una tragedia forse evitabile quella che si è consumata a Varese dove un papà ha tolto la vita a suo figlio.

Getty Images/Franco Origlia/Archivio

Consumatore abituale di droghe con presenza di cocaina presso la sua abitazione, denunce per maltrattamenti e una condanna per aver accoltellato alla schiena lo scorso novembre un uomo di 52 anni, un collega di lavoro. Davide Paitoni, 40 anni di Morazzone – Varese – si trovava agli arresti domiciliari dal 26 novembre ma il GIP di Varese ha ritenuto di lasciarlo libero per Capodanno in modo da consentirgli di festeggiare con il figlio di 7 anni.

L’autorizzazione è stata confermata dal presidente del Tribunale di Varese Cesare Tacconi. “L’ordinanza per i domiciliari – ha spiegato Tacconi – è stata firmata il 29 novembre, avallando la misura richiesta dal magistrato che l’ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm

Ma, anziché festeggiare, Paitoni ha ucciso il bambino con un fendente alla gola, ha provato a togliere la vita anche alla sua ex moglie, una giovane di 36 anni,  e infine ha tentato la fuga. E’ stato arrestato poco lontano dal confine con la Svizzera.

Il 40enne, alle spalle avrebbe anche diverse denunce, tra cui guida in stato di ebbrezza.  Non solo: alcune persone vicine alla famiglia della sua ex moglie hanno riferito che lei lo avrebbe denunciato o forse sarebbe stata in procinto di farlo. Nei confronti di Paitoni, infatti, era stato già  aperto un codice rosso per maltrattamenti in famiglia. I maltrattamenti segnalati sarebbero cominciati nel 2019. Eppure nessuno ha saputo prevenire questa tragedia e a farne le spese un bimbo di 7 anni. A far scattare il proposito omicida nella testa di Paitoni  potrebbe essere stata la separazione dalla moglie. Un atto che non avrebbe accettato e che dunque lo avrebbe potuto indurre a una tale follia.  Dopo aver ucciso il figlio, il 40enne lo ha chiuso in un armadio e sopra il cadavere del piccolo ha lasciato un biglietto con scritto: “Mi dispiace, perdonami, papà”. Avrebbe poi avvisato suo padre con un messaggio vocale avvisandolo di aver fatto del male al piccolo e chiedendogli di non aprire l’armadio della sua camera da letto, dove aveva nascosto il corpo del bimbo. Poi l’aggressione a coltellate alla ex. In carcere, secondo quanto riferito dal suo avvocato, l’uomo ha dichiarato la sua volontà di farla finita “Voglio morire“.

Purtroppo non si tratta di un caso isolato, sono sempre più frequenti queste situazioni in cui un papà o una mamma tolgono la vita ai figli per vendicarsi degli ex che li hanno lasciati. Questa tragedia ricorda molto da vicino quella di Alexandro Riccio, il 39enne di Torino che qualche mese fa, dopo una lite con la moglie, ha ucciso la donna e il figlio di 5 anni, il piccolo Ludovico.

 

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