Massimo Galli: “I vaccini non bastano a proteggerci. Siamo in un grosso guaio”

Il professor Massimo Galli ha commentato il boom di contagi relativo alla variante Omicron, a seguito del record di contagi fatto segnare dall’Italia.

Massimo Galli
Massimo Galli

“Siamo in un grosso guaio. È un disastro. Queste le drammatiche parole del professor Massimo Galli, intervistato da Fanpage “Bisognerebbe prendere posizioni più chiare rispetto ai non vaccinati per scelta e ai non vaccinati per impossibilità o per scelta altrui”. Il professor Galli ha inoltre affermato: “Molti bambini e molti adolescenti non possiedono ancora il ciclo completo del vaccino”. Questi gli interventi del professore durante l’intervista. “Ci troviamo di fronte alla preoccupazione dei no-vax, che sono decisamente un problema, ma ci sono anche dei non vaccinati innocenti”. Il professore incita gli italiani a vaccinarsi come unica soluzione per scampare alla crisi pandemica in corso. “La ricetta è una: vaccinare il più possibile, fin dove possiamo, approfittando del Natale e delle vacanze con le scuole chiuse, sperando che i più giovani non siano tanto colpiti e non diffondano così tanto il Covid”. Sugli sconti alla Quarantena, Galli commenta:

“Si possono proporre per coloro che hanno già avuto la terza dose, meno per gli altri”. Il professor Galli, inoltre, sostiene che la guarigione dal Covid-19 non è di per sé indice di sicurezza assoluta, specie al cospetto della variante Omicron. “Bisognerebbe rivalutare anche la posizione di quelli che sono guariti dal Covid. La guarigione, in teoria, dovrebbe garantire capacità di difesa dal vaccino, ma bisogna sottolineare che le prime evidenze dimostrerebbero che la variante Omicron riesce a bucare la difesa data da un’infezione precedente con una nuova infezione, che sia blanda o asintomatica”.

“Più gente viene infettata – dice ancora Galli – più il virus circola, più persone vanno in ospedale. Che siano no-vax o non rispondano al vaccino. Non ci siamo mai preoccupati a livello mondiale di misurare la risposta al vaccino, solo in alcuni studi. Questo significa che nel momento in cui si vaccina, si ipotizza che i vaccinati siano protetti.

Il professor Galli tiene a specificare che il fatto che la popolazione italiana stia cominciando a fare un uso intensivo dei tamponi sia molto positivo per il tracciamento e per la lotta alla pandemia. Galli però avverte gli italiani rispetto al fenomeno della massiva ospedalizzazione che potrebbe avvenire a seguito della contagiosità elevata della nuova variante. “Quando le infezioni sono molte, anche se volessimo ipotizzare una minore virulenza, più gente si infetta più persone vanno in ospedale. Potremmo nuovamente mettere mano alla riconversione di alcuni reparti. La storia rischia di ripetere sé stessa”.

Sull’efficacia dei tamponi Galli appare drastico “È difficile che Omicron possa non essere rilevata, come per le altre varianti. Però un tampone rapido, per essere positivo, deve rilevare circa 500mila unità virali in un millilitro di materiale esaminato. Il tampone molecolare, solo 100mila. Galli, dunque, ci tiene a precisare che i tamponi negativi non sono di per sé indice di negatività assoluta, specialmente se rapidi. “Anche quando il tampone rapido è negativo, la persona potrebbe essere infettata con una bassa carica virale, non rilevabile”. Su come è comparsa Omicron il professore sembra avere idee abbastanza chiare: “In primavera, non dopo. Si è poi diffusa, e quando abbiamo capito la portata del problema, era già troppo tardi: la volpe era nel pollaio”.

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