Fabrizio Pregliasco vede a gennaio 50 mila contagi al giorno. E sarebbero solo una piccola parte, dice

La variante Omicron sta producendo una nuova impennata di contagi da Covid, gli esperti temono il peggio per i prossimi mesi.

 

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 98.020 unità. Da ieri 136 morti e 21.871 guariti. I casi attualmente positivi salgono a 674.865, +76.009 rispetto a ieri. I ricoverati sono 10.578, +489 mentre in terapia intensiva 1185 assistiti, +40 da ieri.

“A gennaio 50mila casi al giorno”

La variante Omicron si sta diffondendo ad una velocità impressionante e, di certo, non prevista dagli esperti. I contagi sono tornati a salire in misura allarmante così come i ricoveri, anche in terapia intensiva. Anche le persone vaccinate con due dosi si stanno infettando e, talvolta, finiscono anche in rianimazione come accaduto all’ex campione di pugilato Maurizio Stecca: intubato a 58 anni nonostante le due somministrazioni del vaccino anti Covid. Sull’argomento interviene il professor Fabrizio Pregliasco, virologo del San Raffaele di Milano. Le previsioni del medico non sono buone, tutt’altro: Pregliasco prevede uno scenario quasi apocalittico per i prossimi mesi. “C’è una pressione notevole nell’esecuzione dei tamponi. Siamo in una fase di crescita espansiva, con una presenza di Omicron importante. La variante, contagia anche i guariti e i vaccinati, nonostante questi abbiano pochi sintomi. L’onda crescerà, lo scenario peggiore riguarda i 50.000 casi al giorno in Lombardia a gennaio, mentre in ospedale il numero dei degenti potrebbe raddoppiare e portarsi sui 3.500. Questo significa riconvertire nuovamente i reparti non Covid in reparti Covid”.

Che fare, dunque? I medici e i politici continuano a ribadire l’importanza di vaccinarsi per evitare le conseguenze peggiori del virus. Il vaccino riduce in misura importante le probabilità di finire in terapia intensiva e morire con il Covid. Tuttavia nessun vaccino può impedire né di contrarre l’infezione né di trasmetterla ad altri. Paradossalmente estendere l’obbligo vaccinale a sempre più categorie di lavoratori potrebbe produrre l’effetto opposto rispetto a quello desiderato: le persone vaccinate non effettuano più un tampone ogni due o tre giorni e, dunque, senza saperlo potrebbero essere positive e contribuire alla diffusione del Covid e all’aumento dei casi. Per questo, vaccinati o no, resta fondamentale continuare a rispettare le regole: mascherina, distanziamento di almeno un metro e igienizzazione frequente delle mani. Nel frattempo l’Esecutivo di Mario Draghi si riunirà con i membri del Comitato Tecnico Scientifico per varare nuove misure volte a contenere i contagi. Sul tavolo delle proposte torna a fare capolino l’ipotesi di un lockdown solo per ci non è vaccinato. Dall’altra sponda c’è chi, invece, propone di cambiare le regole per chi, seppur positivo, è vaccinato. Recentemente è stato l’infettivologo del Policlinico San Martino di Genova, il professor Matteo Bassetti, a sostenere che se una persona è vaccinata, anche se è positiva non ha senso metterla in quarantena altrimenti nessuno andrà più a lavorare e il Paese si fermerà.

 

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