Se consumi troppa energia non devi vendere né affittare casa tua, dice l’Europa

Le nuove norme europee prevedono una stretta contro chi vive in modo poco esostenibile. L’Ue entra anche in casa questa volta.

Getty Immages/Marco Di Lauro

In arrivo una nuova stretta green. Questa volta non contro chi rifiuta il vaccino anti Covid ma contro chi vive in modo poco ecosostenibile consumando troppa energia. Dal 2027 le case con un consumo energetico ritenuto troppo alto,  non potranno più essere né vendute né affittate dai proprietari. A deciderlo la Commissione europea. I target fissati da Bruxelles sono classe energetica «E» a partire dal 2027, classe energetica «D» a partire dal 2030 e classe energetica «C» a partire dal primo gennaio del 2033. L’obiettivo dell’Europa è arrivare ad avere edifici a impatto zero entro il 2050. Il problema è che, in Italia, gran parte degli edifici sono costruzioni vecchio stamo, ferme ancora alla classe  «G». Pertanto questa decisione di Bruxelles rischia non solo di penalizzare i privati cittadini – molti anziani riescono a vivere solo grazie alla rendita derivante dall’affitto di una loro proprietà – ma anche di paralizzare l’intero settore immobiliare. Proprio nel momento in cui, grazie al superbonus, il comparto è tornato centrale nell’economia italiana.

D’altronde, stando ai numeri citati recentemente dal Ministro dell’Economia Daniele Franco, solo lo 0,5% del patrimonio immobiliare italiano godrà dei benefici del superbonus, che caleranno dal 110% al 65%. E poi c’è la riforma del Catasto che prevede un ulteriore aumento delle tasse sugli immobili, prime case incluse. La transizione ecologica è certamente un obiettivo da perseguire per il bene di tutti ma, fatta così tutta d’un botto, rischia di minacciare i diritti dei proprietari.  C’è anche un altro aspetto da valutare. Secondo un recente studio dell’Università di Leeds, la prima causa di inquinamento al mondo nelle città in futuro – tra il 2017 e il 2050 – potrebbero essere i cantieri, che inciderebbero per il 21%. Secondo gli studiosi, nelle principali città europee tra cui Milano – le emissioni legate alla costruzione di edifici e infrastrutture potrebbero aumentare del 37% rispetto ai dati del 2017. E se tutte le città europee utilizzassero materiali a basso impatto, il risparmio in termini di minor inquinamento sarebbe solo del 18%. Dunque costruire nuovi edifici più in sintonia con l’ambiente, paradossalmente, inciderebbe in maniera negativa sull’ambiente stesso producendo un maggior inquinamento. Secondo i calcoli degli economisti, i proprietari di case sono già stati pesantemente penalizzati dalla riforma dell’assegno di famiglia, visto che per l’erogazione serve la presentazione dell’Isee. Questa riforma rischia di mettere in difficoltà almeno 2,5 milioni di famiglie visto che con un Isee superiore a 40mila euro – chi ha una casa anche piccola supera facilmente la soglia- al nucleo famigliare spetterà non più di 50 euro al mese per ogni figlio.

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