Migranti, gli sbarchi sono aumentati 6 volte. Non possiamo farcela, dice ora Luciana Lamorgese

Nonostante lo Stato di Emergenza per la pandemia di Covid, gli sbarchi di quest’anno sono sei volte tanto quelli del 2019, quando ancora non sapevamo cosa fosse il Coronavirus.

Getty Immages/Franco Origlia

Lo Stato di Emergenza non è ancora terminato e non terminerà fino al 31 dicembre 2021. Ogni giorno, infatti, tanto i politici quanto i medici ribadiscono che non siamo ancora fuori dalla pandemia di Covid, il rischio è tutt’altro che superato e il nuovo aumento di contagi e di ricoveri ospedalieri – anche in terapia intensiva – delle ultime settimane lo dimostra. Nonostante ciò nel 2021 gli sbarchi sono stati il doppio rispetto al 2020 e addirittura sei volte tanto rispetto al 2019, quando ancora in Italia non si parlava nemmeno di Covid. Durante il question time alla Camera il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha comunicato le cifre aggiornate sul sistema dell’accoglienza, sul numero complessivo di migranti sul territorio nazionale e sulla loro distribuzione tra le Regioni italiane. Sono poco più di 59mila i migranti sbarcati quest’anno sulle coste italiane e quelli ospitati nel sistema di accoglienza sono 79mila. Le regioni con maggior numero di stranieri – in seguito alla distribuzione del Viminale – sono Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio e Sicilia. Seguono, con un minor numero di presenze, l’Abruzzo, la Basilicata, l’Umbria, il Molise, il Trentino Alto Adige, la Sardegna e la Valle d’Aosta, dove si registrano numeri inferiori ai 2 mila migranti.

Lamorgese ha ribadito che quello dei flussi migratori è un problema di carattere sovranazionale. Nessun Paese può risolverlo da solo, serve la convergenza più ampia della comunità europea, visto anche che i recenti dati indicano che la pressione interessa tutte le rotte marittime e terrestri verso l’Europa. “L’Ue  deve sviluppare concretamente gli impegni assunti con i principali Paesi del Nordafrica, a partire da Libia e Tunisia. Lo stesso premier Draghi ha sostenuto che l’Unione deve trovare un accordo sull’esigenza di un più cospicuo sostegno alle autorità libiche affinché esercitino un maggiore controllo sulle partenze” – ha sottolineato il capo del Viminale. Qualche tempo fa, infatti, il primo ministro Mario Draghi ha riconosciuto l’innegabile aumento – esponenziale – degli sbarchi invocando una riforma del Trattato di Dublino. Il Presidente del Consiglio ha tuttavia riconosciuto un grande merito al Viminale: rispetto ai tempi di Matteo Salvini e di Marco Minniti – ministri dell’Interno durante il primo governo Conte l’uno e durante il governo Gentiloni l’altro – Lamorgese riesce a fermare più migranti grazie all’intervento della Guardia Costiera libica che li riporta indietro. Quasi 25mila persone sono state riportate indietro nel 2021.

Il problema degli sbarchi non è più solo una questione politica: può diventare anche un problema sanitario, di salute pubblica. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha sollevato una questione cruciale in questo momento: i migranti – provenienti da Paesi dove il tasso di vaccinazione è bassissimo a causa della carenza di vaccini – potrebbero arrivare già affetti dal Covid e contribuire alla diffusione dell’infezione. Di contro, in un momento in cui i casi stanno risalendo, potrebbero anche arrivare sani e venir contagiati. Insomma il problema sanitario non è trascurabile. In passato è successo che migranti inizialmente risultati negativi al tampone dopo lo sbarco, risultassero positivi una volta avvenuto il trasferimento.

 

 

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